La decisione

Rinnovo contratto dei giornalisti, Assostampa e OdG sardo aderiscono allo sciopero Il 28 novembre giornalisti isolani in piazza a Cagliari per protestare contro le criticità del comparto

Anche i giornalisti sardi si uniranno allo sciopero proclamato dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) per il prossimo 28 novembre. Questa la scelta comunicata dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna e dal sindacato Assostampa.

Alle 10.30 del prossimo 28 novembre anche a Cagliari, in via Barone Rossi, si terrà una manifestazione per denunciare le criticità del settore, a partire dalla mancata intesa sul rinnovo del contratto nazionale. «La dignità del lavoro, per i giornalisti dipendenti e per i giornalisti autonomi, il riconoscimento anche economico del ruolo svolto dall’informazione a presidio della democrazia: sono i temi per i quali i giornalisti sciopereranno nella giornata del 28 novembre – si legge nella nota pubblicata da Assostampa sul proprio sito – Tutti i colleghi sono invitati a partecipare. Sarà un momento di incontro e di confronto anche con i cittadini, per spiegare le ragioni per le quali i giornalisti scendono in piazza, a tutela di un diritto che accomuna tutti i lavoratori: il contratto di lavoro, che non viene rinnovato da 9 anni». La decisione di proclamare lo sciopero arriva dopo il protrarsi delle trattative con gli editori, rappresentati dalla Federazione italiana editori giornali (Fieg). Editori che con le loro proposte non hanno soddisfatto le richieste della FNSI che ha deciso di abbandonare il tavolo, trovando supporto anche dall’Ordine dei Giornalisti nazionale dopo la chiamata alla protesta.

«La proposta – ha dichiarato negli scorsi giorni la segretaria generale della FNSI Alessandra Costante in risposta alle affermazioni della Fieg – era un aumento in Elemeno distinto della retribuzione (EDR) di 150 euro lordi in due anni a fronte di una perdita di potere di acquisto dei nostri salari valutata dall’Istat quasi del 20%. Proposta che avrebbe voluto anche un salario di ingresso per i nuovi assunti, quindi un altro sconto sul costo del lavoro. Come ha detto a Città di Castello il sottosegretario Barachini l’editoria ha ricevuto forti finanziamenti. Anche sotto forma di prepensionamenti: 350 posizioni nell’ultimo anno a spese dei contribuenti italiani. E su Ai e Ott gli editori non hanno voluto condividere un percorso con i giornalisti. E infine, per quanto riguarda l’equo compenso, da anni stanno facendo ostruzionismo per poter continuare a lucrare sui più deboli pagati 5 euro al pezzo. Il gioco degli editori – ha concluso Costante – è chiaro: privatizzare i guadagni e socializzare le perdite. Un gioco inaccettabile».


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