
Con un vialetto di 30 metri che ha lo straordinario potere di trasformare il caos di una trafficatissima e rischiosa, per i pedoni, via «Is Mirrionis» nel religioso silenzio della cappella del Santissimo Sacramento. Sotto un maestoso «Sacro Cuore» si apre un dorato tabernacolo davanti al quale tutti i giorni – feriali e festivi, compresi Pasqua e Natale – i fedeli possono inginocchiarsi per un tempo di adorazione. È lo scrigno «guardato a vista» da un santo d’importazione, lo spagnolo Manuel Gonzales Garcia, della devozione di una parrocchia di 4700 abitanti che in 20 anni ha assicurato 13.100 ore di adorazione eucaristica. «Santi Pietro e Paolo è una bella comunità, vivace, interessata, generosa. L’ho trovata così 24 anni fa quando ho iniziato il mio ministero a pochi metri dall’ospedale Santissima Trinità. Ho solamente moltiplicato – dice don Locci – le sollecitazioni pastorali. Celebro molte delle feste incluse nel calendario liturgico, i santi più significativi della tradizione italiana e sarda, perché preziose occasioni di evangelizzazione, di annuncio e riflessione sulla Parola di Dio».
Il prosieguo dell’articolo a cura di Mario Girau sarà sul prossimo Kalaritana Avvenire, in edicola domenica 16 novembre in tutta la Sardegna insieme al quotidiano Avvenire.
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