
Anche a Cagliari i pensionati scendono in piazza per protestare contro la manovra del governo Meloni. Domani, giovedì 20 novembre, a partire dalle 10, in piazza del Carmine, lo Spi Cgil organizza l’anteprima della mobilitazione nazionale prevista il 12 dicembre. All’iniziativa parteciperà il responsabile della previdenza dello Spi-Cgil nazionale, Lorenzo Mazzoli.
«Le nostre richieste, in sintesi, sono tre – spiega il segretario regionale dello Spi-Cgil, Giacomo Migheli – tutelare il potere d’acquisto, garantire una pensione adeguata, giusta e dignitosa, e salvaguardare il diritto alla salute, gravemente compromesso da un sistema sanitario pubblico indebolito e sottofinanziato».
Secondo il sindacato, la manovra peserà soprattutto sulla Sardegna: l’inflazione erode i già esigui aumenti, mentre il potere d’acquisto continua a crollare. Al 1° gennaio 2025, le circa 478 mila pensioni isolane si fermeranno a un importo medio di poco più di 900 euro, contro i circa 1.100 euro della media nazionale.
Particolare preoccupazione suscitano le nuove regole per andare in pensione. «Nonostante le promesse elettorali, stanno riuscendo a fare peggio persino della legge Fornero – attacca Migheli – serviranno tre mesi in più per accedere alla pensione, senza alcuna salvaguardia per disoccupati, invalidi e lavoratori precoci. Inoltre, vengono cancellate Quota 103 e Opzione Donna, aggravando ulteriormente la condizione delle donne».
Lo Spi Cgil denuncia anche l’impossibilità per molti pensionati di sostenere le spese sanitarie, con il 17,2% dei sardi che nel 2024 rinuncerà alle cure, il dato più alto in Italia. A ciò si aggiunge l’insufficienza degli assegni pensionistici per far fronte alle spese quotidiane: oltre il 12% delle persone che si rivolgono alle sedi Caritas in Sardegna sono pensionati.
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