
La Commissione Europea ha dato il via libera alla movimentazione dei capi bovini dalla Sardegna verso il continente. Bruxelles ha revocato lo sblocco imposto per evitare il diffondersi della dermatite nodulare contagiosa, l’ultimo dei problemi vissuto dagli allevatori in Sardegna.
Dopo mesi di sacrifici, ora manca solo un ultimo tassello per lasciarsi alle spalle le problematiche derivate dalla malattia che aveva colpito in estate diversi allevamenti e messo in difficoltà gli imprenditori e non solo.
«Quella arrivata è una notizia importantissima – ha affermato Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna ai microfoni di Radio Kalaritana – Negli ultimi giorni eravamo molto preoccupati perché sentivamo in qualche modo che la decisione che auspicavamo, quella di portare a casa la liberazione del territorio sardo rispetto alla movimentazione verso il continente dei capi, sembrava stesse per arrestarsi. Ma fortunatamente siamo riusciti a convincere le autorità sanitarie nazionali, regionali e europee che il comportamento virtuoso degli allevatori sardi, che hanno rispettato le norme e che hanno vaccinato nel periodo scorso, ha portato risultati. Risultati che oggi dicono che abbiamo un 97% di aziende vaccinate e del 96% di capi che ha portato al fatto che i capi prodotti in Sardegna per il ristallo verso il continente siano assolutamente sicuri». Ora manca l’ultimo passaggio da parte della Regione. «Adesso serve fare l’ultimo miglio – ha precisato Saba – Significa che la decisione presa dalla Commissione europea ha necessità di una presa d’ atto normativa territoriale: la Regione Sardegna dovrà uscire con una propria circolare che consentirà di far riprendere la movimentazione dei bovini verso la penisola».
Sono stati mesi intensi quelli vissuti dal mondo degli allevatori. Il risultato è però arrivato con la collaborazione tra le parti. «In questi mesi abbiamo affrontato momenti molto duri anche con i nostri associati – continua Saba – Però ci siamo resi conto anche con un’esperienza pluriennale, che soprattutto le casistiche virali vanno affrontate con una rigidità necessaria. Se non si è vigili nel comportamento, dalle vaccinazione al rispetto delle prerogative sanitarie che vengono disposte, i virus si possono diffondere in maniera quasi involontaria. I sacrifici degli allevatori sono stati enormi, ma il loro senso di responsabilità e la velocità delle autorità sanitarie regionali ha permesso di togliere in fretta un problema che – conclude Saba – pensavamo di portarci dietro per diverso tempo».
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