Il punto

Una parrocchia senza confini cresce grazie alla forza della comunità La chiesa di San Giovanni Battista de La Salle di Monserrato rilancia il suo progetto pastorale tra corresponsabilità, giovani e oratorio

Il parroco don Onano con un gruppo parrocchiale di bambini (foto pagina Fb parrocchia san Giovanni Battista de la Salle)

Una parrocchia senza confini, ma di frontiera. Sembra un paradosso, ma è la realtà della comunità di San Giovanni  Battista de La Salle, nella zona di espansione urbanistica dove Monserrato quasi si confonde con Selargius: il  quartiere di Paluna con quello di san Lussorio in un mix territoriale, con almeno 15 strade a metà tra parrocchie
diverse, che spiega la mobilità dei fedeli da una chiesa all’altra. «Soprattutto – dice il parroco don Walter Onano – nella parte con più recenti insediamenti abitativi le famiglie giovani si spostano per il catechismo seguendo compagni di scuola e amici dei figli».

Una fluttuazione che non condiziona la parrocchia, frequentata da 300 bambini divisi in 14 classi di catechismo  animate da oltre 20 insegnanti e animatori oratoriani. Nel progetto pastorale di don Walter la parrocchia non è una piramide rovesciata costruita sul parroco. È la «chiesa tra le case», soprattutto la «casa comune di tutti». I fedeli ne hanno fatto l’obiettivo del piano pastorale 2025-26. Un progetto – nato dal bisogno-desiderio di costruire veramente  una comunità – messo a punto nelle sue linee generali durante la prima riunione annuale del Consiglio pastorale, presenti non solamente i rappresentanti dei gruppi istituiti, «ma anche i parrocchiani non organizzati portatori di sensibilità diverse, quindi importanti», dice il parroco.

«Ogni anno – spiega il sacerdote – scegliamo un tema, filo rosso di celebrazioni, momenti forti dell’anno, cammino di ogni persona e realtà presenti in parrocchia, “ritornello” di omelie e catechesi del parroco, filo conduttore delle riunioni dei gruppi, tema dei ritiri, declinato nella vita dell’oratorio, negli incontri con i genitori che accompagnano i  figli in parrocchia, nella preparazione ai sacramenti. Diamo nuovamente senso alla parrocchia, facciamola diventare punto di riferimento delle famiglie, non soltanto nella catechesi, ma nella vita pratica, nella solidarietà, nella  vicinanza».

Anche nel catechismo ordinario e nell’oratorio «Santa Maria Goretti», dove si gioca, si prega e si pensa. Due situazioni che costituiscono un unico iter formativo strutturato, messo a punto anche per ridurre al minimo la fuga post cresima. «L’anno scorso – aggiunge don Onano – abbiamo avuto 75 cresimati, di cui il 20% ha continuato entro l’oratorio. Una serie di fattori (passaggio dalla scuola media alle superiori, spostamenti, sport agonistico, nuove  amicizie) rendono più faticoso continuare il percorso formativo verso una maturazione umana e cristiana».

Quasi 30 anni di sacerdozio in parrocchie diverse – nei quartieri popolari, in centri agricoli e turistici, in comunità di lunga tradizione religiosa – don Walter ha maturato una grande esperienza trasferita a San Giovanni Battista de La  Salle, 7mila abitanti. «Una bella, grande parrocchia, impegnativa per un solo sacerdote. La collaborazione e  corresponsabilità dei laici è – dice – una preziosa ricchezza pastorale, che consente di realizzare non solamente le attività squisitamente pastorali, ma anche la serie numerosa di iniziative collaterali che rendono la parrocchia presente nel territorio».

Senza collaboratori giovani e adulti don Walter da solo non avrebbe potuto realizzare «Note di notte», giochi e balli  sotto le stelle, karaoke, ingaggiare gli strumentisti per accompagnare il coro di voci bianche, festeggiamenti  in onore di San Lorenzo, festa del patrono, cene e buffet, serate con Dj set, l’anno scorso il 20° anniversario di consacrazione  della parrocchia.

Non è un sogno, ma una speranza quella di don Walter: trasformare l’oratorio nel polmone spirituale e formativo della parrocchia. «È molto frequentato, ma funziona solamente la domenica. Ha enormi potenzialità, si vede dalle  iniziative promosse sempre molto partecipate. Con un gruppo di animatori (18-20 anni) che la parrocchia – dice il  sacerdote – cerca di valorizzare: organizzo per loro ritiri, incontri, partecipazione alla Gmg, viaggio a Roma prima della chiusura del Giubileo».

Un lavoro destinato a dare frutti nel futuro. «Perché disperare, Gesù ha iniziato con solamente 12 discepoli», commenta speranzoso don Walter. L’assenza di un impianto sportivo, completamento quasi naturale di un oratorio
alla «don Bosco», è diventato un problema parrocchiale e di rapporti istituzionali. «La mia è una bella parrocchia»,  dice don Walter mentre guarda l’aula delle celebrazioni liturgiche (quasi 500 posti): si registra il «tutto esaurito» la  domenica alla Messa delle 10. Risente dei problemi del secolarismo, dello scarso ricambio generazionale, della riduzione del numero dei matrimoni.

«Frequentano il corso preparatorio 7-8 coppie, ma solamente due-tre si sposano nella nostra chiesa. Le altre vanno a Bonaria, in Cattedrale, in qualche santuario. Diminuisce il numero dei battesimi, sale quello dei funerali. Ma così è dappertutto. Un male diffuso non solo nella parrocchie della nostra diocesi, ma in tutta l’Italia. Questo – dice il parroco – non ci consola. Rispetto agli altri mi tengo i miei 300 bambini che riempiono le nostre aule di catechismo.  Sono la vera speranza della parrocchia di San Giovanni Battista de La Salle».

Mario Girau


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