Sanità

Sanità nel Sulcis Iglesiente, il sindaco Morittu: «Situazione critica, servono risposte concrete» Il 4 dicembre Consiglio comunale, poi trasferta a Cagliari e il 15 mobilitazione territoriale

Si preannunciano giorni di mobilitazione per il Sulcis in difesa della Sanità pubblica. In programma diverse iniziative. Ne  ha parlato il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu ai microfoni di Radio Kalaritana.

«Siamo in un momento delicato – ha detto – per questo stiamo organizzando sia un incontro con l’assessore regionale alla Sanità, Bartolazzi, sia una manifestazione pubblica per far sentire la nostra voce. Il 4 dicembre, come Consiglio comunale, discuteremo del diritto dei cittadini a una sanità pubblica adeguata, come garantito dalla Costituzione.

Cosa prevede l’incontro con l’assessore?
Nella stessa giornata ci trasferiremo a Cagliari per consegnare il nostro documento unitario, approvato dal Consiglio. Ripercorre le tappe del potenziamento della sanità sul territorio, con particolare attenzione all’ospedale di Carbonia, e chiede risposte concrete alla Regione.

E la manifestazione?
La stiamo promuovendo per il 15 dicembre, dalle 10 alle 12.30 in piazza Roma. Speriamo nella partecipazione delle scuole cittadine, delle organizzazioni sindacali, degli operatori sanitari e dei cittadini. L’obiettivo è sensibilizzare sull’urgenza di garantire cure accessibili: trovare un medico di base o un pediatra è sempre più difficile, e la popolazione, sempre più anziana, ha bisogno di assistenza continua.

I problemi riguardano solo l’ospedale?
No, non è solo questione di ospedalizzazione. Il pronto soccorso è il punto d’accesso e la valvola di sfogo per i servizi territoriali, ma soffre per carenza di personale e gestione organizzativa. Anche le case della salute in diversi comuni—da Giba a Sant’Antioco, Carloforte e Buggerru—presentano criticità.

Quali sono le principali criticità dell’ospedale?
Il DEA di primo livello è diviso su due presidi, Carbonia e Iglesias, che dovrebbero collaborare ma spesso operano a compartimenti stagni. Dei sei reparti previsti, attualmente ne sono operativi solo tre, tutti in grave sofferenza: laboratorio di analisi, anestesia, reanimazione, neurologia, cardiologia, medicina—ormai trasformata in geriatria—ortopedia e traumatologia. Serve preservare le professionalità ancora presenti e implementare risorse per riportare la sanità del territorio ai livelli di eccellenza che l’hanno sempre contraddistinta.

Qual è l’obiettivo finale?
Garantire un servizio sanitario completo e accessibile, sostenere il personale che lavora con dedizione e far sì che anche le nuove generazioni possano usufruire di cure di qualità senza dover lasciare il territorio.


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