
Facciamo la conoscenza di don Giorgio Franceschini, sacerdote da quasi dieci anni e parroco da uno
nella comunità di San Massimiliano Kolbe e Santa Teresa di Calcutta a Cagliari. Don Giorgio insegna da
quando è stato ordinato nel liceo scientifico “Antonio Pacinotti” di Cagliari, una delle scuole che
contano il maggior numero di studenti nel capoluogo sardo.
Cosa significa per te insegnare ai ragazzi?
Prima di tutto significa insegnargli a costruire la loro personalità perché, se non c’è una personalità
adulta, costruita umanamente, non si può neanche innestare una personalità cristiana.
Che cosa ti trasmettono loro come studenti?
Un nuovo modo di vedere le cose. Questa è una delle cose che a me piace di più nel rapporto con loro:
è il modo in cui loro guardano il mondo in modo radicalmente diverso da come lo posso vedere io.
Come senti che la tua presenza influisca sui ragazzi e come reagiscono loro alla presenza di un sacerdote tra i banchi di scuola?
Innanzitutto, c’è da dire che sono davvero pochi quelli che non fanno religione, addirittura io ho alunni
musulmani che fanno religione cattolica. Le reazioni sono varie: suscita sicuramente una certa
curiosità, ma percepisco che i ragazzi, quando iniziano a fidarsi, vedono il sacerdote come un punto di
riferimento per la loro crescita. Per loro sono quella persona con cui confidarsi, a cui chiedere consiglio,
che vedono anche più neutrale rispetto ai genitori.
Nel tuo essere sacerdote come influisce l’insegnamento a scuola? Credi che faccia parte della tua vocazione?
Per me si è sempre trattato di vocazione. Quando diventai prete chiesi al mio vescovo di mandarmi in
qualsiasi parrocchia ma che mi assegnasse delle ore di insegnamento in una scuola superiore, questo
per me era importante. Io ho scelto proprio l’insegnamento perché per me è un discorso vocazionale.
Anche le volte in cui ero un po’ scoraggiato, quello che poi mi ha sempre portato avanti è proprio che la
scuola è parte della mia vocazione. Chiaramente poi cerco sempre di fare la volontà del Signore.
In un tempo in cui le comunità chiedono ai sacerdoti presenza, ascolto e dedizione, le offerte
rappresentano un gesto semplice ma fondamentale: permettono di continuare il loro servizio con
serenità, senza che nessuno resti solo o senza sostegno. Per questo è importante conoscere e
valorizzare il sistema di sostentamento del clero.
Chi desidera contribuire può farlo in modo sicuro e trasparente attraverso il sito www.unitineldono.it, dove sono illustrate tutte le modalità di donazione. Si ricorda che le donazioni sono deducibili.
di Alessandro Mereu
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