
I lavori di una delle iniziative di UniCa a Is Mirrionis | Foto UniCa
Un percorso di rigenerazione urbana che unisce progettazione, cultura e partecipa-zione attiva dei cittadini. È l’iniziativa portata avanti nel quartiere di «Is Mirrionis», nato dalla collaborazione tra Università di Cagliari, Comune e una rete di associazioni locali, con l’obiettivo di riqualificare gli spazi pubblici e rafforzare il senso di comunità. Una prima azione dimostrativa si inserisce nell’ambito del progetto di ricerca Tersicore, guidata dal gruppo di ricerca multidisciplinare «Unica Space Force» attivo presso la Scuola di architettura del Dicaar dell’Università di Cagliari e fa parte del più ampio programma di interventi sulle periferie previsto dal Puc.
Tra i partner coinvolti ci sono realtà sociali e culturali come il Teatro del segno e la Casa del quartiere. Lo scorso settembre, gli studenti della Scuola di architettura dell’Università di Cagliari hanno partecipato a una intensa settimana di autocostruzione, realizzando installazioni nello spazio antistante l’ex scuola popolare del quartiere. «Siamo riusciti – spiega Emanuel Muroni, urbanista e ricercatore dell’Ateneo – a creare qualcosa di straordinario in soli cinque giorni, grazie al coinvolgimento dei residenti. Al centro, il concetto di architetture generative: le istallazioni sono dispositivi modulari e reversibili, strutture senza una funzione prestabilita, che vengono vissute e interpretate dalla comunità». Lo spazio ha così ritrovato la propria identità, riscoprendo la vocazione naturale all’incontro. «Dove si parla di rigenerazione urbana non si può prescindere dal coinvolgimento delle persone», sottolinea Muroni. L’inaugurazione del progetto è stata una vera festa di popolo. «Non si è trattato – racconta Stefano Ledda, direttore artistico del Teatro del Segno – solo di incontrarsi, ma di voler continuare a stare insieme». Artisti e cittadini hanno animato la piazza, segno dell’esigenza di socialità e appartenenza. «Cultura e riqualificazione urbana – aggiunge Ledda – procedono di pari passo: accendono una luce che spezza lo stereotipo della periferia complicata». La prossima tappa sarà il 13 dicembre, con la messa a dimora di un ulivo donato dall’associazione «Amici del Giardino di Sardegna». «Ogni anno – spiega Lilli Mura, vicepresidente dell’associazione – doniamo un albero in occasione della Festa, ma stavolta lo abbiamo voluto dedicare a questo quartiere».
L’idea nasce dalla comparsa di un piccolo alberello di plastica in una delle aiuole: un messaggio poetico che si trasforma in un gesto reale e duraturo. «Ci piace pensare – continua – che i bambini che oggi giocano lì lo vedranno crescere insieme a loro». Durante la giornata, il Teatro del segno proporrà una maratona di letture ispirate a Calvino e Rodari, e ci saranno attività ricreative per bambini. «Piantare un albero – afferma Ledda – è una promessa di crescita e radicamento, ciò che cerchiamo di fare attraverso la cultura». Per l’Università, il progetto non si esaurisce con le installazioni. «Continueremo a essere presenti in questo spazio», dice Muroni. Il 13 dicembre sarà quindi anche l’occasione per inaugurare le cornici, realizzate dagli studenti universitari e dai residenti.
Maria Chiara Cugusi (Pubblicato su Kalaritana Avvenire il 7 dicembre)
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