
La Comunità cagliaritana riunita nella chiesa di Santa Lucia, nel quartiere di San Benedetto, si è incontrata per festeggiare e onorare in una solenne celebrazione eucaristica, la Beata Maria Cristina di Savoia, prima ed unica beata cagliaritana.
Accompagnata dalle voci della corale Asseminese, che ha accompagnato la celebrazione, il Convegno di Cagliari di Cultura della Beata Maria Cristina di Savoia, nella persona della sua delegata Donatella Cortese Gavassino, ha voluto donare alla parrocchia, nel suo reliquiario vero capolavoro di oreficeria, una reliquia ex-ossibus, un frammento del corpo della Beata.
Presenti le associate del Convegno cagliaritano che nella Chiesa di Santa Lucia si raccolgono per pregare e studiare così come vuole il loro Statuto, dame e cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e dell’Ordine Patriarcale della Santa Croce, una rappresentanza degli Ordini dinastici sabaudi e delle Guardie d’Onore al Pantheon, una rappresentanza delle Crocerossine ed i numerosissimi fedeli del quartiere cagliaritano.
Il parroco, don Massimo Noli, già assistente spirituale del Convegno, nella gremitissima Chiesa, ha ricordato le virtù della Beata.
Scrivere di santità e regine può sembrare una contraddizione, ma non secondo la Grazia divina, come ricorda la Costituzione conciliare Lumen Gentium al n.41 in quanto «tutti coloro che credono in Cristo, di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità».
La beata, nella sua breve esistenza, morì a soli 23 anni, seppe farsi amare dai suoi sudditi, a Napoli, nel Regno delle Due Sicilie, meritandosi l’appellativo di Reginella Santa. Sposa per ragion di Stato a Re Ferdinando, curò quotidianamente la preghiera, sia nella lettura della Bibbia che nella partecipazione all’Eucarestia, ma fu nella Carità che questa testimonianza cristiana crebbe: è noto che una buona parte del denaro destinato al matrimonio diventasse la ricca dote per ben 240 giovani spose.
Ma il suo impegno andò oltre provvedere al cibo per gli affamati o vestire gli ignudi. Nella consapevolezza che ogni persona ha una dignità aprì attività commerciali, mobilifici e maglifici, fino alle famose seterie di San Leucio, offrendo non solo parole ed intenzioni ma fatti ed occasioni di riscatto a migliaia di persone.
In quest’opera meritoria non meno grande fu la conversione alla fede del marito Ferdinando. Morì dando alla luce il futuro Francesco II.
La serata è continuata dopo la Messa con il recital de Les Itinerantes, un trio vocale femminile francese, noto per le sue performance a cappella in diverse lingue e stili musicali che nel silenzio e nell’oscurità della chiesa, flebilmente illuminata da poche candele, hanno saputo creare forti emozioni e far sognare i presenti in magiche atmosfere antiche.
Anselmo Concas
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