
Il Tempo di Natale che si apre davanti a noi è uno dei tempi più densi e significativi dell’anno liturgico. Attraverso la celebrazione dell’incarnazione del Signore ci riporta a quello stupore per un Dio che si fa bambino nel grembo della Vergine Madre e viene ad abitare la nostra terra. Questo tempo non si limita alla celebrazione del solo giorno di Natale, ma si estende in un arco di feste che accompagnano i fedeli a contemplare progressivamente il mistero dell’Incarnazione, cioè il farsi uomo del Figlio di Dio. Ogni celebrazione illumina un aspetto particolare di questo evento centrale della nostra fede.Il cuore del tempo natalizio è la Solennità del Natale del Signore, il 25 dicembre. La celebrazione proclama che Dio entra nella storia umana assumendo la fragilità della carne. Le letture, i testi delle orazioni e i segni che la liturgia ci offre insistono sul paradosso di un Dio che si manifesta nella povertà di una mangiatoia. Il Natale non è soltanto memoria di un evento passato, ma attualizzazione del dono di Dio che continua a nascere nel presente della Chiesa e della vita dei credenti. Con festa della Santa Famiglia, la litur- gia ci ricorda che l’Incarnazione del Figlio Dio avviene in una famiglia umana che vi- ve la nostra stessa quotidianità. Gesù cresce in una famiglia concreta, condividendo relazioni, lavoro e obbedienza. Questa festa ci invita a riconoscere la famiglia come luogo teologico, spazio in cui l’amore di Dio si rende visibile attraverso lega- mi di cura, fedeltà e responsabilità.Il 1° gennaio, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, ci fa riflettere sul mistero del Natale ponendo l’accento sulla maternità divina di Maria. La liturgia afferma che Colei che ha generato Gesù è realmente Madre di Dio, poiché il Figlio nato da lei è vero Dio e vero uomo. In questa prospettiva, Maria diventa figura della Chiesa che accoglie e dona Cristo al mondo. Non a caso, questa solennità è anche dedicata alla Giornata mondiale della pace, collegando l’Incarnazione al dono della riconciliazione universale. L’Epifania del Signore ci aiuta a comprendere ancora di più la portata universale del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio nel tempo. Cristo non è manifestato solo a Israele, ma a tutte le genti, rappresentate dall’adorazione dei Magi. Così l’Epifania sottolinea anche la dimensione missionaria della fede: il Bambino di Betlemme è luce per tutti i popoli e chi lo incontra è chiamato a mettersi in cammino. Il tempo di Natale si conclude con la Festa del Battesimo del Signore, che collega l’Incarnazione all’inizio della vita pubblica di Gesù. Qui la liturgia rivela che il Figlio, immerso nelle acque del Giordano, si rende ancora una volta fratello con l’umanità peccatrice che si fa battezzare da Giovanni Battista e inaugura la sua missione salvifica. Questa celebrazione oltre a rivelarci ancora una volta il Figlio di Dio venuto nella carne ci invita a riscoprire il dono del nostro battesimo, porta di ingresso nella vita cristiana, che ci ha reso fratelli di Gesù Cristo.
Tutte queste feste, in questo anno speciale che è il Giubileo della Speranza, ci aiutano a guardare con gratitudine ai doni che il Signore ci ha concesso in questo tempo. Non possiamo dimenticare l’esperienza di metterci in cammino verso la città eterna per rinnovare la nostra fede fecondata dal sangue degli Apostoli, la gioia di attraversare le porte sante e sentirsi come abbracciata dalla Chiesa in una comunità viva che si ritrova introna al Successore di Pietro. Ci hanno particolarmente segnato i momenti giubilari vissuti in Diocesi: da quelli per i giovani, gli adolescenti, i cresimandi a quelli per categorie: dal giubileo della cultura a quello del mondo sanitario a quello degli operatori della carità. Tesori di grazia che ci aiutano a riscoprire la gioia di camminare insieme verso il Signore che ci precede con la Sua venuta in mezzo a noi. Attraverso tutti questi momenti di preghiera, di incontro e di riflessione la comunità cristiana ci aiutato a riconoscere che il mistero celebrato non è lontano, ma continua a incarnar- si nella vita della Chiesa e del mondo.
di don Alberto Pala, decano del Capitolo metropolitano
(articolo pubblicato sull’ultimo numero di Kalaritana Avvenire)
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