
(foto Garante infanzia e adolescenza)
Un augurio che è anche un richiamo alle responsabilità degli adulti e delle istituzioni. In occasione del Natale 2025 e dell’imminente arrivo del nuovo anno, la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Puligheddu, rivolge un messaggio alle bambine, ai bambini e agli adolescenti, riconoscendo la loro “resistenza silenziosa” in un tempo segnato da fragilità e incertezze.
«Viviamo in un mondo che parla spesso dei più giovani, ma raramente con loro», sottolinea la Garante, denunciando un sistema ancora fortemente “adultocentrico”, che progetta scuola, sanità e politiche pubbliche senza mettere realmente al centro i bisogni e le voci dei minori. Un approccio che, secondo Puligheddu, rischia di trasformare diritti fondamentali in procedure, dimenticando che ogni bambina e ogni bambino ha il diritto inalienabile di essere ascoltato e compreso.
Nel messaggio non manca un riferimento alle difficoltà che attraversano le nuove generazioni, in particolare sul fronte della salute fisica e mentale. «Le istituzioni – osserva – appaiono talvolta sorde al vostro disagio o incapaci di offrirvi spazi autentici di espressione, mentre la politica fatica a riconoscervi come cittadini del presente, relegandovi a un futuro indefinito».
L’augurio per il Natale è dunque un invito a ritrovare una fede intesa come ricerca di senso, giustizia e bellezza, e soprattutto a riappropriarsi della propria voce. «Che le vostre parole non siano ascoltate solo per cortesia – afferma Puligheddu – ma diventino la bussola per chi governa la sanità, la scuola e la tutela minorile». Un appello a superare una visione burocratica dei minori, che non devono sentirsi “gestiti”, ma realmente protetti e rispettati.
Accanto al messaggio rivolto ai più giovani, la Garante lancia anche un impegno diretto agli adulti. Il Natale, ricorda, è il simbolo della fragilità di un bambino capace di cambiare la storia. «Il 2026 sia l’anno dell’umiltà – conclude – l’anno in cui gli adulti imparano a fare un passo di lato, affinché la governance smetta di essere esercizio di potere e diventi esercizio di cura».
Un augurio finale di «luce» e di «coraggiosa rivoluzione gentile» chiude il messaggio istituzionale della Garante regionale.
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