Il ricordo

L’ultimo saluto a don Antonio Pilloni, sacerdote del servizio discreto Gremita la chiesa della Madonna della Strada per le esequie del presbitero che per oltre sessant’anni ha servito la Chiesa diocesana

L’ultimo saluto a un sacerdote amato

Era gremita questa mattina la chiesa parrocchiale della Madonna della Strada a Cagliari, dove si sono svolte le esequie di Monsignor Antonio Pilloni. Numerosi fedeli hanno voluto rendere l’ultimo saluto a un sacerdote che per oltre sessant’anni ha servito con discrezione e generosità la Chiesa diocesana.

La celebrazione è stata presieduta dal Vicario Generale, Monsignor Ferdinando Caschili, e concelebrata da numerosi sacerdoti. Presenti anche i canonici del Capitolo Metropolitano, del quale don Antonio, come era da tutti familiarmente chiamato, faceva parte.

Una vita nel segno del servizio discreto

Nel corso dell’omelia, Monsignor Caschili ha tracciato un intenso ritratto dell’identità sacerdotale di don Antonio, sottolineando come egli non fosse «il prete dei fuochi artificiali, ma della concretezza del servizio»: un servizio umile, discreto e fedele.

Ordinato presbitero nel 1965, iniziò il suo ministero come vicario parrocchiale a Muravera, per poi prestare servizio nelle comunità di Monserrato, San Basilio, Dolianova, San Sperate e Serrenti.

Dal 2018 era vicario nella parrocchia Madonna della Strada a Cagliari e canonico della Cattedrale, impegno che ha cercato di portare avanti con dedizione fino agli ultimi tempi. Particolarmente forte la commozione nella comunità della Madonna della Strada, dove don Pilloni assicurava quotidianamente la celebrazione dell’Eucaristia, la disponibilità per le confessioni, la visita ai malati e l’assistenza spirituale al gruppo mariano.

Concludendo l’omelia, Monsignor Caschili ha ricordato come Dio chieda ai sacerdoti, in un piccolo punto della storia, di condividere le Sue preoccupazioni per gli uomini. Il sacerdote è chiamato a vivere in comunione con questa premura, prendendosi cura delle persone e rendendo concreta e sperimentabile la sollecitudine di Dio: «cuori che battono all’unisono col cuore di Dio».

Così, ha sottolineato, mi sembra abbia vissuto don Antonio, pur con peccati e limiti umani che Dio solo conosce e che ora vengono affidati alla Sua misericordia. Alla sua preghiera è stata infine affidata la Chiesa diocesana, perché ottenga dal Signore il dono di numerose e sante vocazioni.

di Leonardo Piras


Scopri di più da Kalaritana Media

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.