Baturi: «Non solo un esame: la maturità come libertà, responsabilità e generatività per i giovani di oggi» «Diànoia» di questa settimana dedicata ad una riflessione sul vero significato della maturità, tra cultura, affetti, creatività e impegno per il bene comune

Stanno per concludersi gli esami di Stato del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2024-2025. Sebbene la definizione ufficiale sia “esame di Stato”, è giusto continuare a chiamarlo esame di maturità, poiché rappresenta il momento in cui si misurano la crescita e la maturità del giovane dopo anni di studio. Questo percorso non coinvolge solo gli studenti, ma anche insegnanti e famiglie, che contribuiscono al successo e alla crescita di questi ragazzi.

Ma cosa significa “maturità”? In primo luogo, la maturità è definita dalla libertà, dalla capacità di vivere autonomamente, di organizzare il proprio tempo e gestire i propri interessi, con un impegno di responsabilità verso la verità. La maturità è un impegno intellettuale, animato da una curiosità profonda e dal desiderio di conoscere, non solo per obbligo, ma perché è parte della natura umana. Conoscere se stessi, il mondo, gli altri, la storia e le dinamiche che plasmano l’uomo: questo è il vero senso della cultura.

La maturità non riguarda solo l’accumulo di nozioni, ma la capacità di percepire un senso complessivo della realtà, di cercare la ragione che sta dietro a ogni cosa. È un uomo maturo quello che si chiede il perché delle cose, che non si accontenta della superficie, ma va in profondità.

In secondo luogo, esiste una maturità affettiva, che è altrettanto importante. Un ragazzo maturo è colui che si lascia colpire dalla bellezza e dalla grandezza della realtà, che trova fascino nel cielo stellato, nel mare, nella microfisica o nella storia. La vera conoscenza nasce dal piacere di apprendere, dall’attrazione per ciò che è meraviglioso e stimolante, che diventa impegno e desiderio di crescita.

Un altro aspetto essenziale della maturità è la generatività, cioè la capacità di creare, di introdurre qualcosa di nuovo nel mondo. Le innovazioni che oggi ci sembrano quotidiane, come Internet e il computer, sono frutto delle idee creative di giovani che, nel loro percorso, hanno avuto il coraggio di cambiare il mondo.

Infine, la maturità si manifesta anche nella capacità di inserirsi in una comunità, di lavorare per il bene comune, di dare il proprio contributo alla società, desiderando migliorare il mondo in cui viviamo.

Per noi cristiani, l’istruzione è una forma di amore. La maturità che auguriamo ai nostri ragazzi è quella che si fonda sulla conoscenza, sull’amore verso la verità, sulla bellezza della realtà e sulla generosità di contribuire al bene comune. È una maturità che porta con sé il gusto della verità e una limpidezza di cuore, un amore che si riflette nel rapporto con Dio, con noi stessi e con gli altri.

+ Giuseppe Baturi Arcivescovo


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