
Partendo dal clima di auguri che accompagna queste ore, l’arcivescovo monsignor Giuseppe Baturi, durante la Santa messa nella Notte di Natale, ha richiamato nella sua omelia, il significato autentico del Natale, sottolineando come ogni augurio rifletta ciò che realmente desideriamo. «E noi, qui riuniti, che desideriamo?», la domanda che ha introdotto la riflessione, illuminata dalla luce della notte santa, capace di stringere i credenti a Gesù Cristo.
Richiamando le parole di Papa Leone XIV nel recente viaggio in Turchia, a 1700 anni dal Concilio di Nicea, monsignor Baturi ha messo in guardia dal rischio di un “arianesimo di ritorno”, che riduce Gesù a un grande uomo o a un maestro morale, dimenticando che Egli è il Dio vivo e vero presente in mezzo a noi. Una fede che rischia così di diventare sentimento privato, privo di legami comunitari e di incidenza nella vita personale e sociale.
Il cuore dell’annuncio natalizio resta invece quello proclamato dall’angelo ai pastori: «Oggi è nato per voi un Salvatore». Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, non appartiene al passato, ma è presente nell’oggi della storia, dentro le sue luci e le sue ombre, origine e fine di ogni cosa. Da qui l’invito a non rimandare ad altri o ad altri tempi le domande decisive della fede: «Chi è Gesù per noi? Cosa significa, nel suo nucleo essenziale, essere cristiani oggi?».
«Non temete»: questa parola, ha ricordato l’arcivescovo, è destinata a raggiungere ogni uomo, in ogni condizione di vita. È un annuncio di speranza per chi soffre, per chi vive la solitudine, per i giovani in ricerca e per gli anziani, ma anche per i popoli feriti dalla guerra, dalla povertà e dalle migrazioni forzate. La luce che avvolse i pastori a Betlemme continua a brillare nelle notti dell’umanità.
Il segno indicato dall’angelo – un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia – invita a uno sguardo semplice e profondo, capace di riconoscere nella povertà il Salvatore. Accogliere il Bambino significa riconoscere Cristo nella carne sofferente dei fratelli più fragili, andando incontro a chi ha fame, sete, è malato o carcerato. È da qui che nasce una Chiesa povera per i poveri, chiamata a farsi prossima a ogni uomo.
Davanti al Bambino di Betlemme, mons. Baturi ha affidato alla preghiera il desiderio di una fede realmente centrata su Cristo, capace di trasformare la vita e di generare un amore concreto, umile e perseverante. «Che questa notte santa – ha concluso – ci faccia gustare la vera dolcezza, gioire del vero amore».
Il cammino del Natale proseguirà nei prossimi giorni con una serie di celebrazioni che porteranno l’attenzione della Chiesa di Cagliari sui luoghi della sofferenza, della speranza e della vita ecclesiale. Domattina, Giovedì 25 dicembre, solennità del Natale del Signore, alle 8.30 l’arcivescovo celebrerà la Santa Messa presso la Casa circondariale di Uta, mentre alle 11 sarà all’Istituto penale minorile di Quartucciu, segno di una Chiesa che desidera farsi prossima a tutti.
Domenica 28 dicembre, alle 17, nella basilica di Nostra Signora di Bonaria, mons. Baturi presiederà la celebrazione di chiusura del Giubileo in diocesi, momento solenne che raccoglie e rilancia il cammino giubilare vissuto dalle comunità nel corso dell’Anno Santo.
Il tempo natalizio sarà arricchito anche da appuntamenti significativi per la vita ecclesiale e sociale. Martedì 30 dicembre, alle 11, nella chiesa dei Cappuccini in viale fra Ignazio da Laconi, l’arcivescovo guiderà il Te Deum dei giornalisti, promosso da Ucsi Sardegna.
Mercoledì 31 dicembre, alle 19, in Cattedrale, sarà celebrata la Santa Messa di Ringraziamento con il Te Deum, trasmessa in diretta su Radio Kalaritana, per affidare al Signore l’anno che si conclude.
Il nuovo anno si aprirà giovedì 1 gennaio, solennità di Maria Santissima Madre di Dio, con la Santa Messa alle 10.30 in Cattedrale e alle 17.30 nella basilica di Nostra Signora di Bonaria. Il cammino natalizio si concluderà martedì 6 gennaio, alle 10.30, con la Santa Messa solenne dell’Epifania del Signore, presieduta dall’arcivescovo nella Chiesa madre della diocesi.
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