Politica

Carcere di Uta, Testa: «Situazione ingestibile, no a nuovi detenuti e moduli container» L'appello della Garante dei diritti dei detenuti in Sardegna

Ancora un allarme per il Carcere di Uta. Un appello della Garante dei diritti dei detenuti Irene Testa arriva a poche ore di distanza dalla notizia del trasferimento di 92 persone in regime di 41Bis, che aveva già portato a una reazione da parte della presidente della Regione Alessandra Todde.

La situazione

«Se questo fatto fosse confermato sarebbe un atto grave che calpesta il principio di leale collaborazione tra istituzioni e che non tiene conto delle conseguenze per la sicurezza, la sanità, gli impatti sull’economia e la tenuta sociale del nostro territorio» aveva affermato la presidente della Giunta. All’orizzonte però non ci sono solo le scelte legate all’arrivo in Sardegna di detenuti ad alta pericolosità, ma anche l’ampliamento della struttura attraverso il nuovo piano del ministero della Giustizia a guida Nordio. Idea che però non terrebbe conto della situazione attuale nel carcere del cagliaritano, in cui le condizioni di lavoro e di detenzione sono sempre più critiche.

«Dopo la notizia dei 92 detenuti – ha affermato la Garante Testa – che entreranno nel carcere di Uta con il 41 bis, ora la preoccupazione che la struttura potrebbe essere ampliata con i moduli container, previsti dal piano carceri del ministro Nordio, che aggiungerebbe dramma al dramma. La situazione è ingestibile – continua – durante la visita di due giorni fa al carcere di Uta ho rilevato che erano presenti 685 detenuti e 140agenti di polizia penitenziaria per tutto l’istituto, stremati dai turni e costretti a lavorare al caldo nelle sezioni. Tolto questo periodo di ferie estive prestano servizio 314 agenti effettivi a fronte di 394 previsti per legge. Non ci sono celle a disposizione per ospitare situazioni critiche. Non c’è chi dovrebbe fornire i farmaci ai detenuti. Mancano medici e personale di ogni tipo». Per Testa, anche per questo non si può pensare di ospitare ulteriori detenuti a Uta. «Il Piano del ministro Nordio anziché puntare sulla riqualificazione delle strutture vuole creare un carcere-container non adatto alle esigenze delle persone in spregio a qualunque umanità».

 


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