“C’è un atteggiamento negativo sulla migrazione pur riconoscendo che l’Europa ha un estremo bisogno dei migranti. Il tentativo che si sta facendo è diminuire i flussi irregolari ma da quello che riesco a capire è che l’atteggiamento è piuttosto negativo”. Lo ha affermato il card. Pietro Parolin nel corso del suo intervento presso la “Cattedra dell’accoglienza” in corso a Sacrofano, nei pressi di Roma nella mattinata di oggi, venerdì 21 marzo.
Migrazioni forzate
Il tema della migrazione è stato al centro di una parte del discorso del Segretario di Stato della Santa Sede. «Nella nostra Europa – ha continuato Parolin – c’è la diffusa paura di un’invasione. Bisognerebbe riuscire a smontare questa visione e avere un approccio più positivo verso questi nostri fratelli e sorelle che fuggono da situazioni di estrema miseria o conflitto. Offrire spazi di accoglienza ai migranti penso sia fondamentale». Lo sguardo poi si è spostato sulla migrazione delle comunità cristiane dal Medio Oriente. «Dal punto di vista numerico, la presenza cristiana si sta impoverendo e questa è una grande tragedia dal punto di vista religioso perché questi sono i luoghi in cui è nato il cristianesimo. Credo – ha affermato il Segretario di Stato – che la fuga dei cristiani sia una tragedia anche perché sono una presenza di moderazione in tante situazioni e possono contribuire ad attenuare le tensioni. Una società senza cristiani rischia di diventare radicalizzata ed estremista».
Spazi da occupare
Nelle battute successive il richiamo a un ruolo centrale della Chiesa, più attivo nel discorso pubblico.
«Credo che gli spazi che sono a nostra disposizione come Chiesa sono ampi, forse dovremmo occuparli meglio. La Santa Sede – ha suggerito Parolin – deve continuare ad alzare la sua voce: lo sento spesso e ne rimango colpito. C’è questa nostalgia e noi dovremmo partire di là per riuscire a far passare queste idee, questi convincimenti che potrebbero aiutare il mondo a vivere in maniera diversa. Abbiamo ancora tanto spazio da occupare o da occupare meglio. Le iniziative di formazione – ha proseguito – sono molto utili specie quelle legate alla Dottrina sociale della Chiesa. Dobbiamo saper affrontare le cause di questi conflitti e la Dottrina sociale della Chiesa è una risposta. Ci sono difficoltà per la Santa Sede a partecipare ai temi internazionali, penso ai temi etici, a quelli della famiglia. Ma nonostante queste difficoltà, la Santa Sede resta lì per continuare ad alzare la sua voce in difesa dei principi della convivenza umana».
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