Una mattinata intensa e carica di significato quella vissuta domenica 30 marzo 2025 nella Parrocchia di San Pietro (San Giorgio V) di Suelli, dove si è svolta la Celebrazione Giubilare presieduta da Monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della CEI. L’evento, inserito nel cammino spirituale della XXXIII Giornata Mondiale del Malato, ha visto la partecipazione sentita della cittadinanza, delle autorità locali, dei volontari e degli operatori pastorali.
La giornata è iniziata alle 9.30 con un incontro pubblico dedicato all’ascolto, alla condivisione e alla riflessione sul valore della cura, della vicinanza e della compassione, specialmente nei confronti delle persone fragili, malate o sole. Un momento di profondo dialogo tra istituzioni, comunità ecclesiale e cittadinanza, che ha posto al centro il tema della solidarietà e del servizio.
A seguire, alle 11.30, la solenne Celebrazione Eucaristica Giubilare ha raccolto numerosi fedeli all’interno e all’esterno della chiesa. Monsignor Baturi, nella sua omelia, ha richiamato il senso profondo del Giubileo: “In questo tempo di grazia, il Signore ci invita ad aprire il cuore alla misericordia, a farci prossimi di chi soffre, a guardare all’altro con gli occhi della carità. È questo il vero volto della Chiesa: una casa che accoglie, cura e ama”.
Durante la messa, si è svolto anche il rito dell’unzione degli infermi, vissuto in un clima di grande raccoglimento e commozione. Un gesto forte, simbolo di speranza e di vicinanza concreta a chi affronta il dolore della malattia.
Alla celebrazione erano presenti anche il parroco di Suelli, monsignor Michele Piras, e il direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute, monsignor Marcello Contu, che con la loro presenza hanno sottolineato l’importanza di questo momento di grazia per tutta la comunità.
L’intera comunità di Suelli ha risposto con calore e partecipazione, trasformando questa domenica di fine marzo in un’occasione di fede viva e di rinnovato impegno spirituale. Una giornata che resterà nel cuore di molti, segno concreto che la speranza e la cura dell’altro sono ancora oggi tra i pilastri più forti del cammino comunitario.
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