
Una manifestazione Cisl
«Oltre il 30% degli studenti sardi non raggiunge i livelli minimi di competenza in italiano e matematica, secondo i dati Invalsi; la dispersione scolastica resta stabile al 17,3% e il 19,6% dei giovani è Neet». A partire da questi numeri, il segretario confederale della Cisl sarda, Mirko Idili, interviene contro la riduzione delle autonomie scolastiche nell’Isola. «Questi dati – afferma – ci danno la fotografia di un sistema educativo che, nonostante l’impegno quotidiano di insegnanti e dirigenti, continua a scontare difficoltà strutturali, geografiche e sociali”.
La misura prevista dal Ministero comporterebbe per la Sardegna la perdita di nove istituzioni scolastiche autonome, da 232 a 223. «Un ulteriore taglio – sottolinea Idili – che, se attuato senza correttivi, rischia di indebolire la rete educativa e la coesione delle comunità, contrapponendo le piccole realtà dell’interno alle grandi aree metropolitane».
La Cisl partecipa al confronto aperto tra istituzioni, enti locali e parti sociali per la programmazione della rete scolastica 2026/2027, chiedendo che ogni decisione nasca «da un confronto trasparente e responsabile, capace di coniugare efficienza organizzativa e diritto allo studio».
Idili chiede che la Regione presenti una nuova deroga per salvaguardare le autonomie nei territori a rischio spopolamento: «Serve un Patto istituzionale che metta al centro persone e territori, valorizzando la specialità statutaria che assegna alla Sardegna competenze primarie in materia di istruzione».
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