
“Fermiamo i trafficanti del grano”, “Senza grano italiano non c’è futuro”, “Basta grano importato senza regole: stiamo coltivando rabbia”. Questa mattina a Cagliari centinaia di cerealicoltori si sono radunati davanti alla Prefettura per protestare contro speculazioni e importazioni fuori controllo.
Il prezzo del grano duro è crollato a 28 euro al quintale, con un calo del 30% in un anno, mentre i costi di produzione sono aumentati del 20%. In Sardegna la superficie coltivata scende a 28.475 ettari nel 2025, e quasi 140 mila imprese agricole rischiano nel Mezzogiorno.
Il Prefetto ha incontrato una delegazione di Coldiretti, che ha presentato le proprie richieste, ricevendo impegno a portare le istanze ai tavoli istituzionali.
“Oggi siamo in piazza anche in Sardegna. La cerealicoltura vive una crisi profonda, aggravata da pratiche sleali. Chiediamo una filiera vera. Non possiamo continuare a subire l’invasione di grani esteri a basso costo, rischiamo di perdere un comparto che è parte della nostra sovranità alimentare” spiega Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna.
Per Giorgio Demurtas, presidente Coldiretti Cagliari, “è inaccettabile che i nostri cereali vengano svenduti… Senza regole chiare il rischio è di vedere scomparire un settore strategico”.
Paolo Corrias, presidente Coldiretti Oristano, aggiunge: “Il grano sardo ha potenzialità, ma senza condizioni economiche adeguate non c’è futuro. Per essere sostenibile, il prezzo deve essere almeno di 40 euro al quintale”.
Giuseppe Casu, direttore Coldiretti Cagliari, conclude: “La crisi della cerealicoltura contribuisce allo spopolamento delle campagne e alla chiusura delle aziende agricole, cuore dell’economia regionale”.
Scopri di più da Kalaritana Media
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.