
Oltre diciottomila denunce in un anno da parte di imprese, ma anche un +34% di segnalazioni negli ultimi cinque anni per il cybercrime in Sardegna da parte di cittadini comuni. Questo il quadro secondo i dati ricostruiti da Confartigianato Sardegna.
I dati
Tra il 2019 e il 2023 si sono registrati quindici delitti ogni cento imprese. A metterlo in evidenza è l’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato. Sono diciottomila le imprese sarde che hanno denunciato delitti verso la propria attività come furti, estorsioni, truffe, ma è anche sul fronte dei crimini informatici che gli artigiani sardi sono sempre più in pericolo. I numeri potrebbero essere anche al ribasso, di fronte a quello che può essere il timore di denunciare il reato.
Proprio il dato sui delitti informatici è in netta crescita. L’analisi, costruita su dati Istat e del Ministero dell’Interno, afferma che il 43,8% dei reati denunciati è di questa tipologia. Il 91% è rappresentato da truffe e frodi informatiche, mentre il restante 9% da danneggiamenti tramite software o hardware o ancora diffusione di dati sensibili. Negli ultimi cinque anni, l’ascesa dei crimini informatici è sembrata infermabile. Anche e soprattutto nei confronti dei cittadini comuni: in cinque anni si è passato da 5.950 denunce (2019) alle 8.011 del 2023.
«Purtroppo l’azione delle criminalità contro le imprese è un pericolo generale – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – anche se nella nostra Isola questi delitti sono cresciuti meno rispetto ad altri territori, inquieta la tendenza costante alla crescita. La preoccupazione principale viene dalla cybercriminalità – analizza Meloni – le minacce digitali non risparmiano nessuno: anche le piccole realtà artigiane, comprese botteghe, officine e laboratori digitalizzati della Sardegna sono sempre più spesso bersagliate». Serve maggiore consapevolezza, secondo Meloni, per contrastare il problema. «Serve una cultura della sicurezza informatica – conclude il
Presidente di Confartigianato Sardegna – che parta dalla formazione degli imprenditori e dei lavoratori fino all’adozione di buone pratiche e tecnologie adeguate e accompagnare le imprese in percorsi di consapevolezza, protezione e risposta rapida agli attacchi: la cybersicurezza non è un costo, ma un investimento strategico per la sopravvivenza e la competitività delle imprese artigiane».
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