
L’audizione in Consiglio regionale
Prosegue in seconda Commissione del Consiglio regionale della Sardegna la discussione sulla proposta di legge per il suicidio medicalmente assistito, ma dopo una fase iniziale favorevole emergono con forza le voci contrarie.
Questa mattina si sono svolte nuove audizioni, con interventi da remoto di Antonio Brandi, presidente di ProVita e Famiglia, e di Giulia Bovassi, esperta di Bioetica dell’Università del Messico. Entrambi hanno espresso un netto dissenso sulla proposta, ritenuta pericolosa e fuorviante rispetto alla sentenza della Corte Costituzionale da cui prende le mosse.
«Il vuoto normativo non esiste: la sentenza non obbliga al suicidio assistito», ha detto Brandi, sottolineando che «in Olanda un caso su cinque avviene senza consenso». Ha poi esortato i commissari ad attuare pienamente la legge 38/2010 sulle cure palliative, ribadendo che «dobbiamo eliminare le sofferenze, non i sofferenti».
Sulla stessa linea Bovassi, secondo cui «la Consulta non riconosce un diritto alla morte», ma delinea solo condizioni eccezionali. La proposta sarda, invece, tenderebbe a «istituzionalizzare una pratica che rischia di trasformarsi in abbandono terapeutico».
Per l’esperta, il vero tema è «prendersi cura delle persone, non abbandonarle nel momento più fragile».
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