
Una legge per salvaguardare l’identità della Sardegna e le sue manifestazioni culturali. Questo l’intento della proposta presentata in Consiglio regionale dai Riformatori Sardi.
Polemiche
Dopo i dubbi e le polemiche cresciute con il passare delle ore di fronte al decreto legge del ministro dello Sport Abodi che prevede nuove e rigidi normative per le corse a cavallo, la politica regionale ha portato sul tavolo una proposta di legge che mirerebbe a mettere al sicuro manifestazioni come l’Ardia di Sedilo o il Palio di Fonni. Soprattutto nel paese di San Costantino i timori sono stati più volte manifestati dalla popolazione oltre che dalle istituzioni locali, per normative che andrebbero a trasformare le tradizioni.
La proposta di legge presentata dai Riformatori Sardi prevede l’istituzione di un Catalogo del patrimonio storico culturale e religioso delle tradizioni identitarie popolari della Sardegna, il riconoscimento automatico per le manifestazioni attive da almeno 15 anni, la creazione di un Comitato tecnico per la tutela del patrimonio identitario, norme chiare e rispettose del benessere animale per l’organizzazione di eventi con l’impiego di cavalli o altri equidi, la possibilità di regolamentazioni specifiche in caso di percorsi storici e manifestazioni a carattere non competitivo.
Parole
«Con questa legge vogliamo dire chiaramente che le tradizioni sarde non si toccano – ha affermato il consigliere dei Riformatori Aldo Salaris, primo firmatario della proposta – Ci troviamo di fronte a un rischio concreto: manifestazioni che da decenni animano i nostri paesi e rafforzano il senso di comunità rischiano di scomparire per l’assenza di strumenti normativi capaci di conciliare tutela, sicurezza e valorizzazione. Non è in discussione – ha proseguito Salaris durante la conferenza stampa – la necessità di garantire benessere animale e sicurezza, ma l’applicazione rigida di regole pensate altrove rischia di cancellare una parte viva della nostra cultura, coinvolgendo decine di Comuni, associazioni, operatori culturali e cittadini che ogni anno si impegnano per tramandare riti che sono parte del nostro patrimonio immateriale».
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