
Uno stetoscopio, strumento indispensabile in medicina (foto Ansa)
Con la sentenza n. 84 depositata oggi, la Corte costituzionale ha respinto la questione di legittimità sollevata contro una norma della Regione Sardegna che consente, in via eccezionale e temporanea, l’impiego di medici di medicina generale in pensione nei servizi di assistenza primaria nelle aree disagiate dell’isola.
La disposizione, inserita nella legge regionale 12/2024, permetteva fino al 31 dicembre di quest’anno la stipula di contratti libero-professionali con medici in quiescenza, garantendo loro anche la possibilità di utilizzare i ricettari per le prescrizioni.
Il Presidente del Consiglio dei ministri aveva impugnato la norma sostenendo che violasse la competenza statale in materia di ordinamento civile e fosse in contrasto con l’Accordo collettivo nazionale dei medici del 2024, che vieta ai pensionati di esercitare funzioni previste dalla convenzione.
La Corte ha invece riconosciuto che la norma regionale risponde a un’esigenza organizzativa legata alla tutela della salute pubblica, in particolare per garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza nei territori più fragili.
Secondo i giudici costituzionali, misure straordinarie e temporanee come questa rientrano nelle prerogative delle Regioni, quando servono a evitare gravi disservizi nell’assistenza e a tutelare concretamente il diritto alla salute dei cittadini.
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