
Un momento della presentazione (foto Francesco Piludu)
Giovedì 5 giugno, nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari, è stato presentato il 32° Rapporto CRENoS sull’Economia della Sardegna. Numeri positivi sul fronte economico, ma il quadro sociale continua a destare preoccupazione.
A introdurre l’incontro è stata Anna Maria Pinna, direttrice del CRENoS, seguita dai saluti istituzionali di Micaela Morelli, vicepresidente della Fondazione di Sardegna. Marco Nieddu ha illustrato i dati principali del rapporto, davanti a una platea composta da rappresentanti del mondo accademico, istituzionale e imprenditoriale. Sono intervenuti anche Marcello Contu (Veghu Srl), Federico Esu (Nodi) e Antonio Solinas (Gruppo Abinsula), che hanno condiviso esperienze e riflessioni sulle dinamiche economiche dell’isola.
Il rapporto fotografa una Sardegna in ripresa: il 2024 ha segnato una crescita del PIL, un aumento dei consumi e il livello di disoccupazione più basso degli ultimi cinquant’anni. I settori del turismo, dell’edilizia e dell’agricoltura si confermano motori trainanti dell’economia regionale. Tuttavia, questi segnali positivi si accompagnano a fragilità che restano irrisolte, soprattutto sul piano sociale.
Particolarmente allarmante è la situazione del sistema sanitario: le lunghe liste d’attesa per visite e ricoveri mettono in crisi il principio di equità nell’accesso alle cure. Il rapporto sottolinea come il diritto alla salute stia diventando sempre più legato alle possibilità economiche individuali, creando una frattura crescente tra chi può rivolgersi al privato e chi resta escluso.
Anche il processo di transizione energetica presenta rischi se non gestito in modo inclusivo. Le comunità locali, secondo i ricercatori del CRENoS, devono essere coinvolte nelle scelte strategiche, per evitare che i costi ambientali ricadano interamente sui territori senza un ritorno reale per chi li abita. Un dato interessante arriva dalle imprese, che, nonostante una riduzione numerica, mostrano una crescente apertura all’innovazione, in particolare all’adozione dell’intelligenza artificiale. Una tendenza che potrebbe rafforzare la produttività e sostenere l’occupazione qualificata, ma che richiede investimenti in formazione e capitale umano per non lasciare indietro fasce importanti della popolazione.
Il rapporto, disponibile sul sito del CRENoS, offre dunque uno spunto di riflessione sulle trasformazioni in atto nell’isola. Se da un lato l’economia cresce, dall’altro è urgente affrontare le disparità sociali e territoriali per garantire uno sviluppo davvero inclusivo.
di Francesco Piludu
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