La dichiarazione

Crollo a Regina Coeli e trasferimento detenuti nell’isola, continua la polemica Calligaris (Socialismo Diritti Riforme): «Al ministro Nordio non interessa il destino della Sardegna

Imperversano ancora le polemiche sul trasferimento di novanta detenuti in Sardegna, tra i carceri di Bancali, Alghero, Massama e Uta, a causa del crollo del soffitto di un’ala del carcere di Regina Coeli, a Roma avvenuto nella giornata di giovedì 9 ottobre.

La situazione

A preoccupare è soprattutto la situazione di sovraffollamento nelle carceri sarde che dovrebbero accogliere i detenuti. Una situazione che rende già complesse le dinamiche in cui lavorano gli agenti di polizia penitenziaria, oltre che la vita dei detenuti stessi. Nelle ore successive all’annuncio erano state diverse le prese di posizione da parte dei sindacati di categoria. Sul tema, oltre alla Garante dei detenuti della Sardegna Irene Testa, si è espressa anche Maria Grazia Calligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme.

«L’arrivo in Sardegna di 120 detenuti dopo il crollo di una parte del tetto di una sezione di Regina Coeli chiama in causa la politica – dichiara Calligaris – Eppure non abbiamo sentito alzarsi una voce per contrastare questo assurdo progetto e restituire dignità ai diritti a chi è stato trasferito e a chi vive e lavora nell’isola. Fonti sindacali evidenziano numeri da capogiro – prosegue Calligaris – il segretario dell’Uspp precisa che 60 sono stati allocati tra Bancali e Alghero, 31 a Massama e 26 a Cagliari-Uta. Com’è noto si tratta di Istituti abbondantemente oltre i limiti regolamentari. Cagliari-Uta raggiunge il 134,2% di sovraffollamento; Sassari-Bancali 126,2% ; Alghero 125% e Oristano 110%. Occorre ricordare che in Sardegna la capienza regolamentare è scesa a 2348 posti perché 231 non sono disponibili (104 a Nuoro, 54 a Oristano, 50 a Is Arenas e 23 a Isili)». La scelta è arrivata dopo gli ultimi mesi in cui nell’isola si era prospettato l’arrivo di diversi detenuti in regime di 41bis. Una decisione contestata da parte della politica e dell’associazionismo e su cui Calligaris torna: «Il trasferimento massiccio dei detenuti – conclude la presidente di Sdr – conferma ancora una volta quanto poco interessi al ministro Nordio il destino dell’isola e quanto poco peso abbiano avuto non solo il grido di dolore della popolazione per l’imminente arrivo dei 41bis a Uta ma anche l’incontro formale con la presidente della Regione. Un ministro sordo di un governo cieco».


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