Sport

Cus Cagliari, fabbrica di talenti L'intervista alla vicepresidente del Centro universitario sportivo cagliaritano Manuela Caddeo

Una parte degli impianti del CUS Cagliari | Foto Cus Cagliari

Se si dovesse indicare uno dei nuovi linguaggi universali in grado di abbattere ogni barriera, di certo più di qualcuno menzionerebbe lo sport. Indipendentemente da chi siamo, lo sport ci raggiunge, ci cattura e ci travolge tutti allo stesso modo: «Non importa se parliamo di atletica, basket o calcio: se fatto con i valori giusti, lo sport è inclusivo. Questo è il denominatore comune di tutte le attività sportive». Si apre così un’interessante chiacchierata con Manuela Caddeo, vicepresidente del Cus Cagliari ed ex atleta di alto livello, pluricampionessa italiana sui 200m. 

Partendo proprio dall’atletica, probabilmente è uno degli sport più democratici. 

Sì, diciamo che l’atletica è abbastanza inclusiva, anche perché offre una serie di discipline che si adattano alle caratteristiche di ognuno. Poi certo, alla base di tutto c’è sempre il giusto allenamento. 

Hai scoperto l’atletica un po’ per caso a scuola, quanto è importante la pratica dello sport a livello scolastico? 

La scuola è in primo luogo il bacino da cui le società prelevano i loro atleti ed è fondamentale una rete tra le scuole per educare allo sport, perché prima di tutto noi siamo educatori. È un’unione imprescindibile quella tra scuola e sport, sia per la cultura sportiva sia per far sì che i ragazzi che non conoscono le attività sportive possano iniziare a fare sport.  

Il prosieguo dell’intervista a cura di Maria Laura Scifo si troverà domani, domenica 12 ottobre, sul nostro Kalaritana Avvenire, in edicola insieme al quotidiano Avvenire.


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