
Luisa Giua Marassi, Pier Paolo Piras, Deborah Sanna, Ester Deidda e Anna Loddo ospiti a Radio Kalaritana
Restituire dignità alle persone e bellezza ai luoghi. È questa la missione di “Custodi del Bello Cagliari”, che intreccia inclusione, solidarietà, cittadinanza attiva e rigenerazione urbana.
Promosso dalla Chiesa diocesana, attraverso la Caritas, la Fondazione Caritas San Saturnino, le parrocchie locali, in sinergia con il Comune di Cagliari, il progetto coinvolge alcuni dei quartieri della città: Sant’Elia, Is Mirrionis e Marina.
Una iniziativa diffusa anche in altre città italiane, grazie al sostegno del Consorzio Comunitas, di Caritas Italiana (attraverso i fondi CEI 8×1000), Fondazione con il Sud, e altre realtà.
Obiettivo, offrire tirocini di inclusione sociale e lavorativa a persone in situazione di fragilità, coinvolgendole in attività di cura del territorio, come la pulizia di spazi pubblici, la manutenzione urbana e la valorizzazione delle aree comuni.
«Le parrocchie sono il nostro punto di riferimento – spiega Pier Paolo Piras, coordinatore del progetto, intervenuto ai microfoni di Radio Kalaritana –. Grazie a loro intercettiamo i bisogni reali delle persone, offrendo risposte concrete che tengano conto delle specificità».
A Cagliari sono già attive tre squadre operative, impegnate quotidianamente nella cura del territorio. Tra i luoghi simbolo coinvolti, l’anfiteatro di Sant’Elia: un lavoro che non passa inosservato e che ha già portato a risultati tangibili, sia per l’ambiente che per le persone.
Non solo decoro urbano, ma una rinascita personale
«Non si tratta solo di pulire o sistemare – sottolinea Luisa Giua Marassi, assessora all’Ecologia urbana, Ambiente e Verde pubblico del Comune di Cagliari, ospite a Radio Kalaritana –. Vogliamo restituire dignità a chi partecipa, farli sentire parte attiva della comunità. I cittadini rispondono con gratitudine e rispetto. Questo crea legami, consapevolezza e fiducia reciproca».
Parole confermate dalle testimonianze dirette di chi ogni giorno contribuisce al cambiamento. Come Anna Ledda, Ester Deidda e Deborah Sanna, che raccontano: «Quando arriviamo la mattina e vediamo l’anfiteatro pulito, proviamo una soddisfazione enorme. Ciò è stato possibile grazie a noi, al nostro impegno e fatica».
Alcuni partecipanti sono già riusciti a trovare un nuovo impiego grazie all’esperienza maturata. Altri si stanno unendo al percorso, in un ciclo virtuoso che vuole continuare a crescere.
«Speriamo che il progetto possa proseguire e coinvolgere sempre più persone – conclude l’assessora Giua Marassi –. È un’iniziativa che ha valore ambientale, ma anche sociale ed educativo. La città è la nostra casa comune: custodiamola insieme».
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