
Sono undici i focolai confermati in Sardegna di dermatite nodulare contagiosa, il virus che sta mettendo in difficoltà l’allevamento bovino isolano. A stabilirlo l’ultimo bollettino epidemiologico nazionale rilasciato dall’Istituto zooprofilattico di Teramo.
I numeri
Quattro i focolai a Orani, tre a Orotelli, due a Sarule, uno a Oniferi e Bottidda. Conclusa positivamente, invece, l’azione nel focolaio presente in Lombardia, in un allevamento di Porto Mantovano, in provincia di Mantova. Tenendo nel conteggio anche le rilevazioni ottenute dal caso lombardo, sono almeno 98 i capi malati secondo quanto sottolineato dal bollettino, 11 sono morti, mentre già 369 sono stati abbattuti.
Le richieste di Confindustria
In attesa di novità da Roma sul piano proposto dalla Regione e l’eventuale arrivo dei vaccini, a preoccupare è proprio la scelta degli abbattimenti. La Confindustria della Sardegna Centrale, in un comunicato in cui ha proposto la nascita di un tavolo congiunto in Prefettura per seguire da vicino la situazione, ha sottolineato come le scelte prese da Regione e ministero della Salute siano quelle giuste. Le modalità di operazione destano però qualche preoccupazione: «Alcune ordinanze emesse dalle autorità sanitarie prescrivono l’abbattimento indiscriminato di interi allevamenti da centinaia di capi a fronte di appena un paio di positività accertate. Si tratterebbe di una soluzione sproporzionata capace di produrre danni incalcolabili alle aziende zootecniche ma non solo. A essere colpito da questa emergenza è anche il comparto della trasformazione carni che, a causa del blocco delle movimentazioni di animali vivi e conseguente interruzione della catena delle forniture, è stato costretto a bloccare la produzione».
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