
L’apertura del meeting di avvio del progetto (foto Ufficio stampa Comune Quartu)
Contrastare il disagio giovanile e la povertà educativa, offrendo ai ragazzi nuove opportunità di crescita, formazione e socializzazione. È questo l’obiettivo del progetto “DesTEENazione – Desideri in azione”, promosso dal Comune di Quartu Sant’Elena e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche per la Famiglia nell’ambito del Plus Quartu Parteolla.
L’iniziativa, rivolta ai giovani tra gli 11 e i 18 anni, mira a creare spazi di incontro, laboratori e percorsi formativi pensati per i ragazzi e le loro famiglie, con un approccio che unisce educazione, sostegno psicologico e orientamento al lavoro.
«Non si tratta solo di socializzazione – ha spiegato l’assessore ai Servizi Sociali e Politiche Generazionali, Marco Camboni, ai microfoni di Radio Kalaritana– ma di un progetto con un vero e proprio apparato scientifico, che offrirà momenti di formazione, informazione, sostegno alle famiglie e alle fragilità psicologiche, creazione di cooperative scolastiche e percorsi di orientamento lavorativo in collaborazione con le aziende locali»
Uno spazio per crescere insieme
Il centro principale delle attività sarà una struttura ampia nel Comune di Quartu, dotata di spazi interni ed esterni, ma il progetto avrà anche una dimensione decentrata, con eventi e laboratori nei comuni dell’ambito territoriale. «Vogliamo che i ragazzi siano protagonisti – ha aggiunto Camboni –. Dopo il Covid molti giovani hanno vissuto momenti difficili, spesso non visibili all’esterno. Ora intendiamo restituire loro fiducia e stimolare il dialogo e la partecipazione attiva».
Nelle prime giornate di avvio sono già stati realizzati laboratori partecipativi con le scuole medie e superiori del territorio, che hanno visto una forte adesione da parte degli studenti. Durante gli incontri sono emerse riflessioni su temi legati non solo allo svago, ma anche al benessere personale, alla consapevolezza e alla necessità di spazi di ascolto.
Un progetto costruito “dal basso”
Camboni ha sottolineato l’importanza di coinvolgere i giovani fin dalla fase di progettazione: «Troppo spesso i progetti vengono calati dall’alto dagli adulti. In questo caso, invece, vogliamo che siano i ragazzi a riempire di contenuti il contenitore che abbiamo creato». Il progetto si svilupperà su un arco di tre anni, con diversi step. A breve partiranno le équipe degli educatori di strada, incaricate di intercettare i bisogni giovanili e promuovere la partecipazione attiva sul territorio.
Un segnale di fiducia
Significativo il primo segnale positivo: molti studenti, invitati a partecipare, hanno aderito spontaneamente, raggiungendo gli incontri con mezzi propri e rimanendo fino al termine delle attività. Un comportamento che, secondo l’assessore, testimonia la voglia dei ragazzi di esserci, partecipare e costruire insieme un nuovo modello di comunità educativa. «La fiducia è fondamentale – ha concluso Camboni –. Quando i giovani capiscono che gli adulti vogliono davvero ascoltarli, nasce la motivazione e il desiderio di impegnarsi».
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