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Diànoia. I giovani del Mediterraneo ricevuti dal Papa: un messaggio di pace e speranza Delegati da 18 Paesi, hanno condiviso storie di sofferenza e impegno per la riconciliazione, testimoniando che le differenze possono diventare ricchezza e futuro

Durante tre anni di lavoro il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, promosso dalla SCEI a partire dal 2022, ha avuto l’opportunità di incontrare papa Leone XIV. Si tratta di una quarantina di giovani provenienti da 18 Paesi, delegati dalle rispettive Conferenze episcopali, impegnati in progetti di amicizia, solidarietà, evangelizzazione, pace e riconciliazione.

I partecipanti provengono da territori che portano ancora le cicatrici della guerra e di profonde crisi sociali, come Bosnia, Croazia, Grecia, Turchia, Marocco, Libano, Siria, oltre naturalmente dall’Italia. Le loro storie, personali e collettive, parlano di sofferenze ma anche di speranza.

Il Papa li ha accolti e ascoltati uno ad uno, prendendo in consegna e benedicendo le loro vicende e quelle dei loro popoli. A ciascuno ha affidato un compito chiaro: essere un segno credibile di speranza, dimostrando che la guerra non è un destino inevitabile e che le differenze non sono ostacoli, ma ricchezze da condividere.

Ha ribadito l’importanza di guardare al Mediterraneo come a un luogo simbolo: la sua riconciliazione e pacifica convivenza possono avere effetti positivi sull’intero mondo. I giovani, attraverso la loro amicizia di fede e di umanità, mostrano che è possibile costruire legami solidi, superando conflitti e divisioni.

Ascoltare le loro storie è stato emozionante: difficili e tormentate, ma piene di speranza. Il pellegrinaggio giubilare, il gesto del Papa e il riconoscimento della Chiesa confermano l’importanza del loro impegno. Come ha detto uno di loro, riconoscere il legame che ci unisce nel desiderio di percorrere la storia stretti alla croce è un segno eloquente di pace.

Quello che questi giovani hanno vissuto e l’emozione che traspare dai loro volti ci invita a credere che la pace è possibile. Stare accanto agli uomini, sanare ferite, annunciare Cristo e costruire amicizie è il cammino che ci mostrano. Davvero, i giovani possono essere protagonisti di un futuro migliore e di una speranza concreta per il mondo.


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