L'inchiesta

Disposti accertamenti sul taser che ha causato la morte di un uomo a Olbia La famiglia di Gianpaolo Demartis annuncia di aver piena fiducia nella magistratura

Un taser in dotazione alle forze dell’ordine e, nel riquadro, Gianpaolo Demartis

La Procura di Tempio Pausania ha aperto un’inchiesta sull’uso del taser da parte dei carabinieri che, la sera di sabato 16 agosto a Olbia, hanno bloccato Gianpaolo Demartis, 57 anni, originario di Bultei e residente tra Sassari e Olbia. L’uomo, in evidente stato di alterazione, stava aggredendo i residenti del quartiere di Santa Mariedda. Poco dopo l’intervento, Demartis è morto per arresto cardiaco in ambulanza, durante il trasporto verso l’ospedale.

La famiglia, assistita dall’avvocato Marco Manca, ha diffuso una nota per chiarire la propria posizione: «Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura e non abbiamo mai rilasciato dichiarazioni alla stampa». I familiari si dissociano infatti da alcune frasi riportate sui giornali e attribuite impropriamente a loro. «Tali ricostruzioni rappresentano un’inaccettabile alterazione della realtà. Chiediamo solo rispetto per il nostro dolore e di poter celebrare serenamente i funerali».

Il legale sottolinea che il taser è stato sequestrato e saranno eseguiti accertamenti per stabilire le modalità d’uso. Restano da chiarire, tra l’altro, le chiazze di sangue trovate sull’asfalto vicino a Demartis e il numero di scariche ricevute: una, secondo gli esperti, non è sufficiente a provocare il decesso, ma più impulsi elettrici potrebbero aver inciso sul quadro clinico di un soggetto già cardiopatico.

Intanto i due carabinieri intervenuti – il capo pattuglia e il militare che ha utilizzato il taser – sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. Un atto dovuto per permettere loro di partecipare agli accertamenti tecnici con i propri consulenti. L’autopsia, disposta dal procuratore Gregorio Capasso, è fissata per giovedì 21 agosto.

L’avvocata Maria Paola Marro, che difende i due militari, ha dichiarato che i suoi assistiti «hanno agito nel pieno rispetto delle procedure, adottando una misura proporzionata per tutelare la propria incolumità e quella dei cittadini». Secondo il Sic, il sindacato indipendente dei carabinieri, prima di usare la pistola elettrica il militare avrebbe avvertito Demartis per tre volte.


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