
La comunità di Decimoputzu ricorda oggi il 60° anniversario della nascita al Cielo del Servo di Dio don Antonio Loi, figura amatissima, scomparso il 29 maggio del 1965 a soli 29 anni.
Le celebrazioni nella parrocchia Nostra Signora delle Grazie, con momenti di raccoglimento e preghiera.
Alle 17.15 l’incontro in cimitero per deporre una corona di fiori in segno di devozione e a seguire la recita del Rosario.
La Messa in parrocchia delle 18.30 è presieduta monsignor Giuseppe Baturi.
Il ricordo di don Loi è forte e tutta la comunità putzese rende omaggio al giovane sacerdote che ha fatto ogni possibile sforzo per arrivare all’ordinazione sacerdotale.
Nel gennaio 1963 al quarto anno di Teologia, gli fu diagnosticato un linfoma di Hodgkin, che colse come occasione per offrire ancora di più la propria vita al Signore.
Il suo desiderio di diventare sacerdote, nonostante gli studi non più regolari, fu esaudito: ottenuta la dispensa dalla Congregazione del Clero venne ordinato il 21 settembre 1963 nella cappella del Seminario di Iglesias.
Per quasi due anni esercitò il ministero non solo tramite i Sacramenti, ma anche alternando ricoveri in ospedale e rientri in famiglia.
«Un giovane – dice don Fabrizio Deidda, parroco di Nurri e postulatore della causa di beatificazione – che voleva fortemente essere sacerdote, nonostante la malattia. Trovò nel vescovo di Iglesias, monsignor Pirastru un padre che lo ha accolto, seguito e accompagnato, così come si può evincere dallo scambio epistolare tra i due che ho potuto leggere. Un amore per la vocazione che è andato oltre la malattia».
Un testimone della fede per sacerdoti ma anche per ciascun battezzato: il percorso di don Antonio Loi, servo di Dio, si avvierà al traguardo della beatificazione come in molti sperano, non solo a Decimoputzu, dove riposano le sue spoglie, ma anche in tutta la Chiesa cagliaritana, che vedrebbe un suo figlio assurgere agli onori degli altari.
Scopri di più da Kalaritana Media
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.