
Uno scalo commerciale
L’export italiano continua a crescere, ma non in modo uniforme. A certificarlo è l’ultimo report diffuso da Istat l’11 settembre, che mette in evidenza forti squilibri tra le diverse aree del Paese. Nel primo semestre del 2025, le esportazioni nazionali hanno registrato un incremento del 2,1% su base annua, ma dietro questo dato medio si nascondono differenze significative.
Il Centro Italia è l’area che ha spinto di più sulle vendite all’estero, con un aumento del 10,7%, seguito dal Nord-ovest (+1,5%). Più deboli le performance del Nord-est, in lieve calo (-0,5%), mentre Sud e Isole segnano flessioni rispettivamente del 6,6% e del 13,3%.
Tra le singole regioni spiccano Lazio (+17,4%), Toscana (+11,8%), Abruzzo (+10,1%) e Friuli-Venezia Giulia (+6,6%), che trainano il commercio estero nazionale. All’opposto, le peggiori performance arrivano dalla Sardegna (-17,3%), Campania (-15,5%), Sicilia (-11,2%) e Molise (-9,8%). Per l’Isola, il primato negativo si lega soprattutto alla contrazione nelle esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati, settore storicamente dominante nell’economia sarda.
L’analisi provinciale sottolinea le buone performance di Firenze, Roma, Trieste, Milano e Frosinone, a fronte dei cali più significativi registrati a Cagliari, Napoli, Siracusa e Torino. Guardando al secondo trimestre, Istat rileva una crescita congiunturale per Centro (+4,6%) e Nord-ovest (+2,1%), ma un peggioramento marcato per il Sud e le Isole, con la Sardegna che continua a pesare sul bilancio nazionale.
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