
Una riunione del Comitato
Prende sempre più piede l’attività della cittadinanza dal basso, ovvero l’impegno in prima persona dei cittadini per dare risposte alle esigenze del bene comune.
Accade anche nel quartiere che ruota intorno alla parrocchia di San Sebastiano a Cagliari, dove è nato un comitato.
«L’iniziativa – racconta la presidente Elisabetta Vadilonga – nasce per rispondere ad una proposta sulla quale non eravamo d’accordo: una società sportiva aveva chiesto che due campetti, che si trovano nell’area compresa tra via Stampa, via Bandello, via Monsignor della Casa e via Castiglione, venissero destinati a padel e calcio a 5. Il quartiere si è opposto a questa ipotesi: non siamo contrari alla privatizzazione ma abbiamo pensato che quella scelta avrebbe creato problemi dal punto di vista acustico, ambientale e di inquinamento generale, determinando anche una riduzione di parcheggi».
«In collaborazione con la parrocchia – racconta Vadilonga –, guidata da don Michele Fadda sempre al fianco degli abitanti del quartiere, abbiamo deciso di opporci al progetto. Così da una contrapposizione al progetto siamo passati ad una proposizione, nel senso che intanto abbiamo deciso di costituire il Comitato di quartiere, scelta abbastanza rivoluzionaria in una zona come la nostra, abitata per il 90% da persone molto anziane e poco abituate a stare alla condivisione».
«Affiancati e supportati dalla parrocchia, sempre molto presente e attiva nel quartiere, – racocnta – abbiamo presentato un progetto di riqualificazione dell’area, che comprende una proprietà della parrocchia all’aperto e due campetti di basket esistenti da circa 50-60 anni, abbandonati e poco utilizzati, per farne il cuore del quartiere, pulsante, abitato, vissuto e non l’ennesima piazzetta abbandonata a se stessa».
Tutto questo in poco meno di un anno e mezzo, durante il quale il Comitato è stato molto attivo.
«Abbiamo fatto feste – racconta Elisabetta – corsi di teatro, ha preso vita un coro, sono nati gli scout con i quali collaboriamo per qualunque tipo di iniziativa, ci sono poi i clown dal naso rosso e tante realtà che operano nell’oratorio. La bellezza sta nel fatto che la parrocchia è a disposizione di chiunque: una scelta che ha colpito gli abitanti del quartiere. È necessario che non ci siano steccati, posizioni o ideologiche o imposizioni religiose, ma tutti collaboriamo al raggiungimento del benessere del quartiere».
Ci sono poi altre iniziative che sono state realizzate, come una biblioteca di quartiere.
«È un luogo, più che una biblioteca – racconta la presidente – uno spazio dove si pensa, si sta insieme e dove arrivano persone di 97 anni, con il deambulatore, magari con la badante, e trova qualcuno con cui stare assieme e parlare. Una delle caratteristiche del quartiere come il nostro, è la solitudine di tanti chiusi nelle loro belle case, ma che non hanno la possibilità di dialogare, anche di ridere, cosa fondamentale, di raccontarsi e di ascoltare».
La piccola biblioteca è stata visitata da una scolaresca «una quarta della scuola elementare di via Castiglione – specifica Vadilonga – i cui maestri hanno portato i bimbi in visita ad una realtà creata insieme. È stata un’esperienza esaltante, perché i bambini hanno detto di essere stati ascoltati da “quelle persone con i capelli bianchi” che “ci hanno accolto, ci hanno fatto parlare, ci hanno fatto divertire ed è stato bellissimo”. Per l’anno prossimo intendiamo presentare un progetto destinato a nonni e bimbi».
Per il Comitato resta però prioritaria la riqualificazione dell’area.
«Vogliamo che sia illuminata – evidenzia la presidente – ci sia più verde, che siano riqualificati i due campetti nell’area comunale per metterli a disposizione della cittadinanza e dei ragazzi che vogliano giocare rispettando, naturalmente, le esigenze del quartiere, i cui abitanti chiedono di avere ore di pace e di silenzio, senza notti illuminate o chiasso di sottofondo, nel rispetto di tutte le esigenze. Riqualificare l’area significa fare le strade in modo che possano passare gli anziani con i loro carrelli, i loro deambulatori e con le carrozzine dei nipoti che tantissimi anziani tengono».
«Nel quartiere – conclude Vadilonga – non abitano molte giovani coppie con bambini ma ci vengono famiglie giovani con figli: il nostro sogno è avere un’area verde, con all’interno l’oratorio ristrutturato e sistemato, dove proseguire le iniziative già avviate e che tanto riscuotendo successo».
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