diànoia

Il secondo pellegrinaggio diocesano mariano, nelle parole dell’Arcivescovo Le riflessioni proposte su diànoia di questa settimana ci portano nel al santuario di Santa Maria a Uta che il 30 maggio ospita l'evento

Il 30 maggio la diocesi vivrà il suo secondo pellegrinaggio mariano. Alla fine del mese dedicato alla Madonna, ci ritroveremo in un santuario diocesano particolarmente caro, quello di Santa Maria in Uta, per concludere l’anno mariano, affidando a Maria le nostre attese, speranze e gratitudine per ciò che abbiamo vissuto, come il recente evento pasquale, che ha visto la morte di Papa Francesco e l’elezione del nuovo Papa Leone, un evento che Papa Leone stesso ha definito “evento pasquale”.

Maria ci permetterà di vivere con maggiore intensità l’Anno Santo, poiché è la personificazione della speranza, colei che ha creduto nell’adempimento delle promesse del Signore, sperando anche contro ogni speranza. Pensiamo al tragico Venerdì Santo e al silenzioso Sabato Santo, momenti in cui Maria spera nel compimento delle promesse di Dio, in un silenzio che è carico di sentimento e memoria.

Maria è madre della speranza perché è madre di Dio e madre nostra. Le chiediamo di donarci la virtù della speranza, una speranza forte che richiede coraggio, attenzione verso il futuro e che è virtuosa proprio perché è forte. La speranza di Maria, prima di tutto, è carica di memoria: essa conserva nel cuore la presenza di Dio nella sua vita e nella storia. Il cuore di Maria è il cuore della Chiesa, dove il mistero del Figlio di Dio è continuamente custodito e meditato.

In secondo luogo, la speranza di Maria è una speranza che non percepisce le circostanze avverse come ostacoli, ma le vive come una parte del cammino. Come afferma il Concilio Vaticano II, Maria ha peregrinato nella fede dietro al Figlio, un sì che si rinnova di fronte agli eventi della storia, alle persecuzioni e agli incomprensioni. La speranza di Maria, infine, è carica di pietà, accoglienza e amore, quella che abbraccia ogni sofferenza, in particolare quella dei più poveri e oppressi.

Con questo pellegrinaggio, vogliamo affidare a Maria le cose belle e i semi che quest’anno sono stati seminati nella vita della diocesi, affinché possano fiorire. Questo pellegrinaggio è anche un atto di preghiera per la Chiesa di Cagliari e per tutti gli uomini con cui condividiamo la vita. Il 30 maggio a UTA sarà un momento importante per trasformare la nostra speranza in preghiera, affidando tutto a Maria, Madre di Dio, madre nostra e madre della speranza.


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