COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

In Africa per restituire la gioia dei suoni Dall’ospedale di Cagliari al Senegal: la missione di un chirurgo otorinolaringoiatra per formare e curare

Il dott. Giulio Addari ospite nei giorni scorsi negli studi di Kalaritana Media

Ogni anno, un medico sardo lascia il suo reparto all’Ospedale SS. Trinità di Cagliari per partire alla volta del Senegal. Giulio Addari, otorinolaringoiatra, ogni anno dedica due settimane a una missione umanitaria che unisce interventi chirurgici e formazione dei colleghi locali. Un progetto nato quasi per caso, da un incontro, durante la sua esperienza in Francia, con il dottor Cirè Ndaye, responsabile del Centro Ospedaliero Universitario di FANN a Dakar.

«Mi propose una collaborazione, e accettai subito» racconta il dott. Addari. Da allora, ogni anno parte con un piccolo team per operare e formare. Le attività si dividono tra l’ospedale universitario di Dakar e i villaggi interni, dove l’accesso alle cure è complicato. A Dakar si eseguono interventi specialistici, come timpanoplastiche e stapedotomie, spesso in collaborazione con medici locali. «Non conta solo il numero di pazienti, ma il passaggio di competenze – spiega il chirurgo -. Noi restiamo due settimane, loro lavorano tutto l’anno. Devono poter andare avanti da soli».

L’otochirurgia in Senegal è ancora poco diffusa, per la scarsità di strumenti come microscopi e endoscopi. Eppure, qualcosa sta cambiando. «Rispetto alla prima missione  – continua Addari -, oggi vediamo grandi progressi. I colleghi locali eseguono sempre più interventi in autonomia. È il segno che la formazione sta dando frutti».

Terminata la settimana in città, il team si sposta nei villaggi, dove le strutture sanitarie sono spesso assenti. «Ci capita di operare in ospedali di campo – prosegue il chirurgo –  a centinaia di chilometri dal centro più vicino. Chi non riesce a essere operato in quei giorni, dovrà attendere il nostro ritorno l’anno successivo».

La missione è sempre aperta a nuovi volontari.  «C’è sempre bisogno di otorini, anestesisti, infermieri  – conclude Addari -.  Chi ha voglia di mettersi in gioco è il benvenuto». Oltre ai risultati clinici, emerge un valore umano profondo. Un ponte tra due mondi costruito con passione, fiducia e conoscenza. Un seme che cresce, anno dopo anno.

 


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