
L’arcivescovo Baturi, durante la messa di ringraziamento per l’elezione di papa Leone XIV, in Cattedrale
È stata celebrata questa sera, nella Cattedrale a Cagliari, la messa di ringraziamento per l’elezione del Sommo Pontefice Leone XIV, presieduta dal vescovo monsignor Giuseppe Baturi.
Con il rito solenne presieduto ieri dal Santo Padre nella Basilica di San Pietro è iniziato ufficialmente il suo ministero. Dopo l’appuntamento di ieri, questa mattina, 19 maggio, papa Leone XIV ha incontrato nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico i rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali e di altre religioni che ieri hanno preso parte alla celebrazione inaugurale del suo ministero di Vescovo di Roma e Successore di Pietro.
«La Chiesa Cattolica – ha affermato Baturi nella sua omelia – ha vissuto in questi mesi, e nell’ultimo in particolare, avvenimenti importanti: la malattia e la morte di Francesco, la preghiera di suffragio per la sua anima e per il futuro della Chiesa, la preparazione e la celebrazione del Conclave, l’elezione di Leone XIV. Cosa abbiamo vissuto? Cosa è davvero accaduto? Leone XIV, due giorni dopo l’elezione ci ha donato la chiave di lettura: “In questo momento, ad un tempo triste e lieto, provvidenzialmente avvolto dalla luce della Pasqua, vorrei che guardassimo assieme alla dipartita del compianto Santo Padre Francesco e al Conclave come a un evento pasquale, una tappa del lungo esodo attraverso cui il Signore continua a guidarci verso la pienezza della vita” (Incontro con i Cardinali, 10.05.25). Abbiamo vissuto – prosegue – un “evento pasquale” e con quale animo dobbiamo chiedere di poter guardare così tutti gli eventi dell’esistenza, lieti e tristi, personali e ecclesiali, tappe di un unico cammino verso la pienezza promessa. Un evento pasquale non si accontenta di una soddisfazione emotiva ma chiede una risposta di fede».
L’Arcivescovo ha proseguito invitando i fedeli a amare la Chiesa che sgorga continuamente dall’amore di Dio Trinità.
«Chi ama me – ha sottolineato – sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui. […] Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv 14, 21.23). Che bello, cari fratelli, avere questo animo dilatato per sentire come proprio l’intero mondo e contemporaneo l’evento di Gesù Cristo, morto e risorto, nato a Betlemme di Giudea, qui ed ora presente nel segno fragile e grandioso della sua Chiesa».
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