
In tutta la Sardegna non esistono centri diurni e residenziali per minori disabili autistici e malati psichiatrici. Una carenza che costringe molte famiglie a rivolgersi a strutture fuori regione, con costi elevati e un forte impatto emotivo.
Da qui l’intervenuto il gruppo di Fratelli d’Italia, primo firmatario il consigliere Antonello Floris, con un’interrogazione alla presidente della Regione Alessandra Todde e all’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi.
Il documento denuncia l’assenza in Sardegna di centri diurni e residenziali per minori con autismo o disturbi psichiatrici. Una mancanza che – si legge – costringe le famiglie a rivolgersi a strutture di Assisi o Milano, affrontando spese ingenti e la separazione dai figli.
Nel testo si evidenzia anche l’aumento costante delle diagnosi negli ultimi cinque anni, riportato dal Centro disturbi pervasivi dello sviluppo del Brotzu, e il paradosso della struttura “SuperHando”, realizzata a Settimo San Pietro: iniziata nel 2010, costata circa dieci milioni di euro, quasi completata ma mai inaugurata, oggi versa in stato di abbandono.
Spesso i minori disabili autistici e malati psichiatrici possono rimanere in classe soltanto tre ore con l’insegnante di sostegno, costringendo uno dei genitori a prendere congedo dal lavoro per assisterlo. Un educatore privato ha costi insostenibili.
I consiglieri chiedono alla Giunta di chiarire se nel piano socio-sanitario siano previste la realizzazione o l’attivazione di centri per minori autistici, quale futuro si immagini per SuperHando e se sia in programma una mappatura delle strutture riconvertibili allo scopo. Sollecitano inoltre misure immediate per ridurre i trasferimenti fuori regione e per garantire ai minori sardi trattamenti adeguati senza dover essere separati dalle famiglie.
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