Insieme contro il disagio: l’impegno dell’Arcat Sardegna I Club Alcologici Territoriali promuovono ascolto e accompagnano il cambiamento personale per superare le fragilità

Francesco Bullegas e Marcella Fadda, ospiti nei giorni scorsi a Radio Kalaritana

In Sardegna opera una rete territoriale impegnata nel contrasto al disagio legato a dipendenze, crisi familiari e marginalità sociale. I Club Alcologici Territoriali, coordinati da Arcat Sardegna, rappresentano un presidio attivo e accessibile in numerosi comuni dell’isola.

A partire da realtà come Nuoro e la sua provincia, Sulcis, Senorbì e Cagliari, i Club Alcologici Territoriali offrono un punto d’incontro settimanale per chi affronta difficoltà legate ad alcol, sostanze, azzardo, malattie, solitudini o lutti. Un modello di intervento fondato sull’approccio ecologico-sociale e sul coinvolgimento diretto delle famiglie.

«Pensare di uscire dal disagio da soli è un errore – afferma Francesco Bullegas, vicepresidente di Arcat Sardegna, ospite nei giorni scorsi a Radio Kalaritana -. Il cambiamento avviene nella relazione, nel confronto con gli altri. La sofferenza, infatti, non si presenta mai come esperienza circoscritta unicamente al singolo individuo: per ogni individuo che soffre c’è una famiglia in sofferenza, e per ogni famiglia in sofferenza c’è una comunità che soffre».

Tra i progetti centrali dell’Associazione c’è “Sconfinamenti”, laboratorio di comunità che ha visto lo scorso giugno la sua VII edizione a Cagliari, in collaborazione con le Suore Figlie della carità.  E già si guarda al 2026. Il tema sarà “Radici e orizzonti: in cammino per la pace e la giustizia sociale” una sollecitazione a riflettere sul fatto che il cambiamento o è di tutti e per tutti, dunque comunitario, o non è, e con lo sguardo attento alla pace e alla giustizia sociale come Vladimir Hudolin non ha mai smesso di sostenere,  invitando a superare la logica individualista per abbracciare una visione collettiva, pilastro fondante del metodo dei club.  Inoltre, sempre più si punta a rafforzare la rete con altre realtà del terzo settore per dare risposte sempre più efficaci.

Il cuore dell’intervento è il club, formato da piccoli gruppi di famiglie e individui che si incontrano settimanalmente. Si affrontano insieme comportamenti rischiosi legati ad alcol, uso di sostanze, gioco d’azzardo, ma anche lutti, malattie e periodi di crisi.

Il modello si rifà all’approccio ecologico-sociale dello psichiatra croato Vladimir Hudolin, secondo cui il cambiamento avviene all’interno del contesto familiare e comunitario. A guidare ogni gruppo è un “servitore insegnante”, figura formata con un corso intensivo.  «Il club è un luogo dove si ascolta e si viene ascoltati – spiega Marcella Fadda, facilitatrice (servitore insegnante) del club di Sant’Antioco -. Dove l’empatia prende il posto del pregiudizio».

Negli ultimi anni, i club hanno esteso la propria missione diventando anche luoghi di promozione culturale. Letture condivise, incontri con autori e rassegne letterarie – 19 quelli ospitati da febbraio a luglio – testimoniano una voglia crescente di aprirsi al territorio e di agire come comunità pensante.

Dopo le difficoltà seguite alla pandemia, la rete Arcat punta ora al rilancio. Tra gli strumenti messi in campo, una nuova campagna di comunicazione – anche tramite la pagina Facebook “Arcat Sardegna Odv” e il numero verde 800 974 250. Tra i prossimi appuntamenti, il 5 ottobre, a Torregrande, una Giornata di Spiritualità Antropologica, un incontro regionale di riflessione su “Aver cura della nostra spiritualità e coltivare la speranza”.

Inoltre a novembre un corso di formazione per nuovi servitori insegnanti (Corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico sociale metodo Hudolin: problemi alcolcorrelati e complessi protezione e promozione della salute), aperto a chi lavora nel sociale e nel sanitario.


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