
Un immagine simbolo dell’innovazione delle imprese (foto Ansa)
In Sardegna il 23,4% delle imprese con dipendenti utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare processi e prodotti: si tratta di circa 5.000 realtà, tra cui quasi 1.200 artigiane. L’isola si posiziona al terzo posto a livello nazionale, dietro alle Marche (27,5%) e al Veneto (23,4%), con una media italiana del 19,3%.
È quanto emerge dallo studio «I pionieri dell’IA» realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna. Le applicazioni principali riguardano la gestione economico-finanziaria (46%), il marketing e l’e-commerce (34,8%), seguite da gestione dei clienti (18,8%), produzione e servizi (18,5%) e sicurezza informatica (18,3%).
I settori più coinvolti sono i servizi, le costruzioni, il manifatturiero, i trasporti e magazzinaggio, ma anche servizi alle imprese, gestione rifiuti e acqua, alloggio e ristorazione, informazione e comunicazione.
«Questi dati dimostrano come il tessuto imprenditoriale sardo non sia solo reattivo, ma anche coraggioso nell’innovare – dice Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – un segnale che parla di futuro, innovazione e capacità di adattamento del nostro saper fare».
A livello territoriale, la provincia Sassari-Gallura conta 1.751 imprese attive nell’IA, di cui 430 artigiane (24,6%), Cagliari 1.494 (247 artigiane, 16,5%), il Sud Sardegna 750 (214 artigiane, 28,5%), Nuoro 585 (173 artigiane, 29,6%) e Oristano 387 (97 artigiane, 25,1%).
Tuttavia, il 69,9% delle imprese dichiara di non sapere come introdurre soluzioni di IA nei propri processi. Inoltre, il 15,6% ritiene che il proprio business non ne trarrebbe beneficio. Le imprese sarde prevedono l’ingresso di quasi 18mila lavoratori con elevate competenze digitali, ma il 52,7% risulta difficile da reperire.
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