Iniziative

«Io sono una missione»: religiosi e giovani per le strade di Cagliari Da venerdì 17 a domenica 19 ottobre un’iniziativa organizzata dai Frati minori di San Mauro

Nel fine settimana, da venerdì sera a domenica, 17-19 ottobre, è in programma un’iniziativa di evangelizzazione di strada, che ha per titolo «Io sono una missione», celebre frase dell’Evangelii Gaudium di papa Francesco, «in cui – dice padre Granziano Malgeri del Convento di San Mauro a Cagliari – giovani, provenienti da tutta Italia, assieme a consacrati e consacrate, frati minori e suore francescane dell’Addolorata, dopo aver ricevuto una formazione base, andranno nelle strade, nei “crocicchi”, nelle discoteche, nei cortili delle Università, per incontrare i giovani e invitarli ad ascoltare una Parola di vita piena, le cosiddette “Dieci Parole”, un percorso ormai famoso in tutta Italia, che prenderà il via a San Mauro, nel nostro convento, a partire da domenica alle 20».

«È un’iniziativa aperta a tutti i giovani tra i 18 e i 33 anni, che desiderano di mettersi in ascolto, andando a fondo sulle domande di senso che ciascuno di loro porta dentro».

Un modo per avvicinare i ragazzi, perché, spesso, la difficoltà è quella di riuscire a creare un rapporto.

«La prossimità – ricorda il religioso – è il valore che ci guida: dobbiamo andare noi in cerca delle pecore smarrite o comunque delle pecore che pascolano altrove, per proporre loro Gesù come unico Salvatore, unica risposta alle domande che ogni ragazzo porta dentro di sé. Ad ogni sete spesso i ragazzi provano a bere acqua ma quell’acqua non li appaga fino in fondo. Crediamo che Gesù sia la risposta ad ogni domanda e proviamo ad andare da loro, a trovarli, a dialogare, ad incontrarli e poi a invitarli».

«Quando vengono fatte certe proposte- ricorda padre Malgeri – i ragazzi rispondono. Non è vero quindi che i giovani siano insensibili o indifferenti all’annuncio del Vangelo. È chiaro, dovrebbero essere intercettati laddove vivono, con il linguaggio a loro familiare, senza la volontà di imporre nulla, ma proporre per generare un messaggio che attragga. È il fascino che muove le montagne, non certamente l’indottrinamento o l’imposizione di qualcosa che loro non vedrebbero assolutamente di buon grado. Gesù è ancora in grado di affascinare: siamo certi di questo e proviamo a raggiungere così i giovani».

Si tratta di giovani che incontrano altri giovani. «È il rapporto più importante – spiega padre Graziano: è l’idea geniale che già Giovanni Paolo II aveva lanciato come provocazione e come sfida alla Chiesa. Un conto è che un consacrato ti parli di Gesù, un altro è che, accanto al consacrato, ci sia un ragazzo che vive le dimensioni della quotidianità di ogni giovane ed è abbia fatto l’incontro col Signore, proponendolo ai coetanei: è molto più convincente e incide maggiormente».


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