Esteri

Israele attacca l’Iran nella notte, colpiti i siti nucleari: si alza il rischio escalation Tel Aviv bombarda Teheran e diverse città, uccisi anche tre capi militari iraniani

Il primo ministro israeliano Netanyahu durante un discorso alle Nazioni Unite

L’attacco più volte minacciato e atteso da parte israeliana contro l’Iran è avvenuto nella notte italiana di oggi, venerdì 13 giugno. Israele ha colpito l’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz, cuore del programma nucleare iraniano a sud di Teheran, uccidendo alcuni alti funzionari, ma ha colpito anche diverse aree delle città principali – Teheran, Isfahan, Arak, Kermanshak, ferendo almeno 50 persone – e ucciso due generali dell’esercito e uno dei Guardiani della Rivoluzione.

La reazione

L’attacco è avvenuto a poche ore di distanza dalla scelta degli Stati Uniti di trasferire parte del proprio personale in Medio Oriente dopo che Teheran aveva minacciato rappresaglie in caso di mancato raggiungimento di accordo durante i negoziati per il nucleare in corso in Oman. La Casa Bianca ha affermato di essere stata avvertita della decisione da Tel Aviv, ma di non aver partecipato in alcun modo all’attacco, aggiungendo tuttavia che l’Iran non possa avere un’arma atomica nel proprio arsenale. Dopo l’attacco, l’Iran ha reagito lanciando un centinaio di droni contro il territorio israeliano, mentre l’Ayatollah, la guida suprema del Paese, Khomenei, ha promesso che Israele «si è assicurato un destino amaro e non rimarrà impunito». L’operazione, secondo quanto dichiarato dal primo ministro israeliano Netanyahu continuerà per «tutti i giorni necessari».

Intanto, nonostante l’attacco verso Teheran, Israele continua a muoversi anche in Palestina. Nelle ultime ore, oltre al taglio delle comunicazioni con la Striscia di Gaza, Israele sta operando per rendere possibile un assedio dei territori occupati in Cisgiordania. A riportarlo, l’agenzia di stampa turca Anadolu e il giornale israeliano Hayom.


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