
Teheran dopo un bombardamento | Foto Avvenire
L’intensità non accenna a diminuire e anche nella mattinata di oggi le infrastrutture civili sono state colpite. A subire le principali conseguenze dello scontro tra Israele e Iran, apertosi definitivamente venerdì 13 giugno, sono ancora una volta i civili.
Crescono le vittime
Nelle prime ore del mattino di oggi, venerdì 18 giugno, è stata colpita in Israele la zona di Beer Sheva, nel sud. Oltre a un centro di lavoro della Microsoft, sono stati colpiti diversi complessi residenziali che hanno subito danni ingenti, con almeno sette persone rimaste ferite. Nelle ultime ore, Israele ha invece annunciato di aver colpito un centro di ricerca di armi nucleari a Teheran e altri obiettivi. A crescere, oltre l’incertezza, è così il numero delle vittime civili. A una settimana dall’inizio del conflitto, sono oltre almeno 600 le vittime civili iraniane, oltre duemila invece i feriti secondo i dati riportati dal Guardian e da Al Jazeera. Con il conteggio reso complicato dalle reticenze di Teheran alle comunicazioni che potrebbero inficiare sul clima interno. Sono ventiquattro, invece, i morti israeliani, con oltre 200 persone ferite solo nell’attacco di giovedì mattina contro l’ospedale Soroka di Beer Sheva. Lo scontro ha oscurato negli ultimi giorni lo scenario di Gaza, dove le azioni dell’esercito israeliano invece proseguono. Almeno 22 persone sono morte nei pressi di uno dei centri di distribuzione di aiuti umanitari nella zona centrale di Gaza City. Vittime che si aggiungono alle almeno 72 persone uccise nella giornata di giovedì, di cui ventuno nei pressi di uno dei checkpoint organizzati dalla Gaza Humanitarian Foundation.
Due settimane di tempo
Intanto, la diplomazia cerca di muoversi parallelamente al conflitto. Stando alle ultime dichiarazioni in arrivo dalla Casa Bianca, il presidente statunitense Donald Trump prenderà una decisione sull’eventuale attacco all’Iran nelle prossime due settimane. Una tempistica in cui potrebbe costruirsi una soluzione diplomatica, che verrà ricercata nella giorrnata di oggi nell’incotro tra il ministro degli esteri iraniano e gli omologhi francese, tedesco e britannico e i vertici dell’Unione Europea che si terrà a Ginevra. Intanto, sul conflitto si è espresso anche il presidente russo Vladimir Putin: «Non voglio nemmeno parlare della possibilità di un uccisione di Khamenei (l’Ayatollah iraniano, ndr). Una soluzione pacifica può essere trovata», ha affermato il presidente russo che ha poi invitato le parti a trovare un accordo che consenta la sicurezza di Israele e la ricerca sullo sviluppo dell’energia nucleare da parte iraniana.
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