Esteri

Israele, Netanyahu ottiene il via libera per l’occupazione totale di Gaza Decisione arrivata dopo oltre dieci ore di riunione, l'Onu chiede di non procedere

Il primo ministro israeliano Netanyahu durante un discorso alle Nazioni Unite

Il gabinetto di sicurezza israeliano ha dato il via libera alla occupazione di tutta la Striscia di Gaza. Il definitivo via libera è arrivato dopo dieci ore di discussione e ufficializzato oggi, venerdì 8 agosto, nonostante alcune diversità di vedute tra il primo ministro isrealiano e i vertici dell’esercito di Tel Aviv, così come le proteste delle famiglie degli ostaggi.

Il piano

Il primo ministro israeliano Netanyahu aveva annunciato in anticipo in un’intervista all’emittente statunitense Fox News alcuni dettagli del piano, specificando di non voler prendere il controllo, ma non annettere la Striscia né di volerla governare. L’obiettivo principale, secondo quanto dichiarato dal primo ministro israeliano, resta quello di sconfiggere Hamas e per farlo ci sarebbe necessità di invadere totalmente il territorio, che già oggi per l’86,3% – secondo dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite di Coordinamento degli affari umanitari – è colpito da ordini di sfollamento o è militarizzato da Israele. Le forze si concentrerebbero soprattutto su Gaza City, dove al momento sono presenti oltre un milione di palestinesi. Insieme a Khan Younis e i campi profughi di Deir el Balah, nella zona centrale della Striscia, Gaza City è l’area più densamente popolata e non occupata. La situazione però rischia di crollare, guardando a quelli che sarebbero gli obiettivi. Sarebbero infatti cinque i punti principali stilati da Tel Aviv per considerare la missione raggiunta: il disarmo di Hamas, il ritorno degli ostaggi vivi e morti, la gestione israeliana della sicurezza della Striscia di Gaza e l’istituzione di un’amministrazione civile a Gaza che però non dovrà essere guidata, secondo quanto affermato da Israele, né da Hamas e né dall’Autorità Nazionale Palestinese, ma da forze arabe non meglio precisate.

Le reazioni

Hamas, attraverso una nota ha risposto affermando che «Netanyahu conferma senza ombra di dubbio il suo desiderio di lierarsi degli ostaggi e sacrificarli per persegire i suoi ineressi personali e la sua agenda ideologica estremista. Qualsiasi escalation – si legge in una nota citata da Afp –  non sarà una passeggiata e avrà un costo elevato e doloroso». Anche diversi esponenti della comunità internazionale hanno preso posizione: «Il piano è sbagliato, Israele lo riconsideri – ha affermato il primo ministro britannico Starmer – Questa azione non contribuirà in alcun modo a porre fine al conflitto, né ad assicurare il rilascio degli ostaggi – ha affermato il primo ministro britannico Starmer – Porterà solo a un ulteriore spargimento di sangue». Ancora più netta l’Onu attraverso le parole dell’Alto Commissario per i Diritti Umani Volker Turk: «Il controllo militare completo della Striscia di Gaza deve essere immediatamente fermato. Ogni ulteriore escalation del conflitto tra Israele e Hamas si tradurrà in più morti, sfollamento forzato, insopportabile sofferenze e crimini atroci».

 


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