
Suor Rita Lai, Stefano Marroccu e Barbara Usai ospiti stamattina a Radio Kalaritana
In un sistema sanitario messo a dura prova da crisi e tensioni, spesso incentrate sulle polemiche sul “fine vita”, la Chiesa di Cagliari promuove un momento di incontro e riflessione per riscoprire l’umanità che sostiene la cura. Venerdì 12 settembre, alle 18, l’Aula Magna del Seminario Arcivescovile ospiterà il convegno “La sanità tra disagio e speranza. Per l’infinita umanità rinasca in esultanza la speranza”, organizzato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute. Promosso nell’ambito del Giubileo (con particolare riferimento all’art. 19 della Bolla di indizione dell’Anno Santo “Spes non confundit”), l’evento invita a guardare oltre le difficoltà del presente per ritrovare, nella fragilità, una speranza concreta, radicata nel Vangelo.
Voci dirette per raccontare la sanità che resiste
Protagonisti del Convegno saranno tre relatori con storie forti e complementari. Suor Rita Lai, teologa e docente alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, introdurrà il tema dal punto di vista pastorale, collegandolo al cammino del Giubileo della Speranza. «Parlare di speranza oggi – spiega la teologa- in ambito sanitario, significa non chiudere gli occhi di fronte al disagio, ma osare, guardare oltre, anche dentro le situazioni più complesse».
Accanto a lei, Stefano Marroccu, medico dell’ASL di Nuoro e volontario Oftal, affetto da sclerosi multipla da oltre vent’anni, porterà una testimonianza toccante. «Affrontare una malattia personalmente dà un valore aggiunto alla mia professione – spiega Marroccu -. Il paziente è prima di tutto una persona che deve essere curata nella sua integralità. Un approccio olistico, che affronti anche le problematiche psicologiche, emotive e sociali legate alla malattia, è indispensabile». Oggi Marroccu è medico di base a Desulo: «Curare in periferia è fatica, ma anche bellezza. Lì il medico diventa parte della comunità».
La cura come relazione
L’altra voce del convegno sarà quella della dottoressa Barbara Usai, medico rianimatore al Policlinico Universitario di Cagliari, con una lunga esperienza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Brotzu. «Oggi c’è un conflitto diffuso tra cittadini e sanitari. Ma la vera svolta sarà passare da una sanità che cura la malattia a una che si prende cura della persona», spiega la Usai. Umanizzazione delle cure, rispetto dei tempi, valorizzazione degli operatori: «Non possiamo chiedere umanità se prima non la garantiamo agli stessi sanitari», aggiunge. Nel suo intervento Usai richiamerà anche la necessità di ricostruire un’alleanza terapeutica tra medico, paziente e familiari, superando la logica della difesa e del sospetto. «Il cittadino non deve essere un avversario, ma un alleato. La relazione e la fiducia sono la prima medicina».
Chiesa e sanità in dialogo
Il convegno sarà introdotto da don Marcello Contu, direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute, e moderato da Maria Luisa Secchi, direttrice dell’Ufficio diocesano delle comunicazioni sociali. Le conclusioni saranno affidate all’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi.
«Il Magistero della Chiesa trova riscontro nella vita concreta dei fedeli – conclude Suor Rita Lai -. E proprio da questo incrocio tra parola e vita nasce la speranza cristiana: non un’illusione, ma una forza per affrontare il presente e aprirsi al futuro».
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