
La manifestazione a Cagliari promossa dal Cobas (foto Ansa)
Scuola in fermento contro le recenti politiche del governo. I Cobas denunciano un sistema di valutazione che penalizza studenti e docenti, definendolo una “tazione decontestualizzata e punitiva”. Un approccio che, secondo i sindacati, contrasta con la personalizzazione dei percorsi e la valorizzazione delle differenze. La protesta si estende anche alle nuove direttive per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, che pongono al centro la cultura nazionale, ignorando la multiculturalità e la costruzione interculturale del sapere.
Nel mirino anche il contratto nazionale, giudicato insufficiente per far fronte all’inflazione e all’aumento del carico di lavoro. «Aumenti ridicoli e arruolamenti non trasparenti», accusano i Cobas, che propongono invece l’immissione in ruolo dei docenti con almeno tre anni di servizio e del personale Ata dopo 24 mesi.
A Nuoro, i sindacati criticano anche le prove Invalsi, considerate strumenti inefficaci per misurare le competenze reali degli studenti e responsabili di accentuare le disparità territoriali e socioeconomiche. «Test decontestualizzati che non favoriscono lo sviluppo educativo», afferma Nicola Giua per i Cobas Sardegna.
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