
Il segretario della Cisl Pier Luigi Ledda | Foto Facebook CISL sarda
Dal tema della sicurezza al rilancio dell’industria isolana. Il segretario regionale della Cisl Pier Luigi Ledda è intervenuto ai microfoni di Radio Kalaritana nelle scorse ore per parlare di due argomenti cruciali per il futuro dei lavoratori in Sardegna.
La sicurezza come fondamento
Il segretario della Cisl isolana è partito dalla cronaca degli ultimi giorni, segnata dalla morte dell’operaio Michele Fuedda in un cantiere stradale a Capoterra, per lanciare un nuovo appello alla politica.
«È veramente una situazione insopportabile, una ferita gravissima per tutta la comunità- ha affermato Ledda – La sicurezza non può essere considerata un costo, ma è un diritto imprescindibile delle persone. Servono più controlli, serve più formazione, servono cantieri sicuri. Non è accettabile che tutti i giorni registriamo questa strage di persone nell’indifferenza quotidiana, al di là del momento in cui si accende il riflettore. Occorre una strategia innovativa. Un anno fa avevamo firmato con la Regione Sardegna un protocollo sul quale abbiamo condiviso in maniera innovativa un percorso di attività e di iniziative che chiediamo alla Regione di rendere operativo con gli investimenti che avevamo prefigurato e avviare davvero una stagione di attenzione straordinaria anche in questa Regione».
Poi il punto sulla situazione industriale dell’isola, con la richiesta al Governo centrale e a quello regionale di andare di pari passo verso soluzioni che permettano al sistema industriale sardo di ripartire.
«Per noi l’industria deve tornare a essere uno degli elementi trainanti dell’economia dell’isola – ha spiegato Ledda – Occorre che vertenze diventate ormai simbolo come quelle nel Sulcis e nell’area di Porto Torres trovino uno sbocco e una prospettiva di rilancio. Per farlo occorre certamente una politica energetica: il dpcm sull’energia è atteso ormai da settimane alla firma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, noi sollecitiamo che questo avvenga quanto prima perché è uno dei presupposti necessari per far ripartire il tema industriale. Gli incontri di settembre sono importanti perché continuano a tenere aperta una agenda con il Governo nazionale: chiediamo a Roma e alla Regione di accelerare un impegno concreto per la ripartenza dell’industria sarda, in particolare delle sulcitane e l’apertura di un tavolo con Eni per quanto riguarda la chimica verde. Questi sono i primi elementi di una strategia industriale che deve vedere una condivisione con tutto il sistema produttivo della rimessa al centro della politica industriale, che deve guardare a questi casi ma anche a tanti altri come quello della Keller, il tema della nautica e l’industria dei dati che possono trovare in Sardegna un ambiente nel quale affermarsi e crescere».
Diverse le opportunità, dunque, che secondo Ledda si potrebbero creare. Il nodo principale però resta quello dell’energia, oltre che degli investimenti privati.
«Occorrono investimenti pubblici, ma soprattutto servono investimenti privati. Noi pensiamo a un’industria che debba confrontarsi con il sistema economico. Crediamo che le condizioni oggi non ci siano, soprattutto a causa del costo energetico. Sistemare questa partita, partendo dall’arrivo del gas metano in Salvegna, sia il presupposto più immediato e necessario per far ripartire queste imprese. Le imprese hanno sviluppato dei piani industriali su questo presupposto e noi auspichiamo che una volta che avremo un costo energetico standard, queste potranno ripartire e realizzare i loro piani industriali».
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