
La Chiesa di Cagliari in prima linea nel promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’incontro grazie a un’azione di ascolto e accompagnamento verso una reale integrazione. «Una cultura che si è sempre più sviluppata nel corso degli anni- spiega il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai – nell’ambito di un susseguirsi di emergenze, prima con l’accoglienza dei migranti provenienti dall’ Albania, poi di quelli dell’ex Jugoslavia fino a quella attivata in occasione della più recente emergenza Nord Africa. Un’accoglienza che, negli ultimi anni, si è sviluppata in molteplici forme, con i Centri di accoglienza straordinaria (CAS), il SAI (Sistema accoglienza e integrazione) San Fulgenzio, i corridoi umanitari, quelli universitari, il progetto APRI, ma anche con l’attenzione verso le comunità rom».
Uno degli aspetti più significativi «è che le stesse parrocchie – continua il direttore – attraverso i
parroci, si sono fatte promotrici di questa cultura accogliente, in linea con le indicazioni magisteriali e con i progetti della Chiesa in Italia. Si pensi alle tante parrocchie del mondo agricolo impegnate nella tutela dei diritti dei lavoratori migranti, a quelle dei quartieri multietnici in prima linea nell’integrazione dei bambini e ragazzi immigrati, ma anche ai momenti di condivisione organizzati in rete tra uffici pastorali, tra cui Migrantes, l’incontro dell’arcivescovo con le comunità immigrate». Alla base, «percorsi di integrazione contrassegnati da una grande sensibilità verso le culture e le religioni, in un dialogo costruttivo di relazioni di amicizia e pace». Ancora, «l’impegno – continua don Lai – nel promuovere l’animazione per accompagnare l’intera società civile nella conoscenza del fenomeno della mobilità umana».
Circa 200 gli ospiti dei CAS – Centri di accoglienza straordinaria gestiti dalla Caritas, divisi in sette alloggi, tre dei quali destinati ai profughi ucraini. Due di questi ultimi sono stati messi a disposizione dai salesiani e dalla parrocchia Sant’Efisio di Capoterra, dove i ragazzi possono usufruire dei campi sportivi, oltre che di quelli ricreativi. Ventotto gli ospiti accolti nel SAI San Fulgenzio del Comune di Quartu Sant’Elena, gestito dalla Fondazione Caritas San Saturnino: nell’ambito del progetto sette i tirocini formativi attivati. Ancora, l’azione del Centro d’ascolto per stranieri Kepos, che garantisce sostegno, orientamento legale e burocratico. Infine, il progetto Unicore – Corridoi universitari per studenti rifugiati, in rete con l’Università di Cagliari e con il College Universitario Sant’Efisio.
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