
Parte del complesso universitario cagliaritano (foto Ansa)
L’Università di Cagliari ha deciso di interrompere ogni collaborazione con ricercatori, istituzioni accademiche, progetti e agenzie legati direttamente o indirettamente a strutture militari dello Stato di Israele. La delibera è stata adottata ieri dal Senato accademico e confermata oggi dal Consiglio di amministrazione, che ora demanda ai dipartimenti l’applicazione concreta delle misure.
«Il Senato Accademico – si legge nel provvedimento – esprime la più profonda preoccupazione per la gravità della situazione in Palestina e per la sistematica violazione dei diritti fondamentali del popolo palestinese». Il documento richiama l’attacco a civili e infrastrutture denunciato nel 2024 dalla Corte Internazionale di Giustizia come plausibile rischio di genocidio.
L’organo di indirizzo, presieduto dal rettore Francesco Mola e composto da docenti, ricercatori, personale e studenti, ribadisce la condanna per l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, ma chiarisce che «non giustifica quanto sta accadendo adesso». Per questo l’Ateneo denuncia «le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale» e si impegna a sostenere corridoi umanitari per gli studenti palestinesi.
Le indicazioni sono stringenti: stop a nuovi accordi con università israeliane compromesse con le azioni del governo, interruzione dei progetti di ricerca a «dual use» e fine della collaborazione con singoli ricercatori apertamente favorevoli all’operato militare israeliano. Un impegno, conclude l’Ateneo, che guarda anche al futuro: contribuire alla ricostruzione del sistema educativo e sanitario palestinese attraverso la formazione e l’accoglienza di studenti e docenti.
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