
Il cantante franco-spagnolo Manu Chao
L’anfiteatro Ivan Graziani di Alghero, affacciato sulla bellezza luminosa della Riviera del Corallo, ieri notte ha vissuto una delle sue pagine più intense. Manu Chao, icona mondiale della musica libera e senza confini, ha fatto registrare il «sold out» con un concerto che resterà nella memoria non solo per la potenza delle canzoni, ma per la generosità di un artista capace di trasformare un evento in un’esperienza collettiva di gioia, resistenza e speranza.
Dall’ingresso sul palco, accolto da un’ovazione, Manu Chao ha dato tutto: energia inesauribile, ritmo travolgente e una sequenza di brani che hanno fatto cantare e ballare migliaia di persone di ogni età. Un pubblico gestito con impeccabile organizzazione – merito di Shining Production, in collaborazione con Le Ragazze Terribili, Roble Factory, Comune di Alghero e Fondazione Alghero – che ha garantito sicurezza, fluidità e un clima sereno, dimostrando come un grande evento possa essere anche un modello di cura e rispetto per chi vi partecipa.
La scaletta ha viaggiato tra i grandi classici – Clandestino, Mala Vida, Me Gustas Tú, Próxima Estación: Esperanza – e momenti più intimi, sempre con quell’inconfondibile fusione di rock, folk, reggae e sonorità latine che da decenni lo rendono un punto di riferimento per musicisti e ascoltatori. Ogni pezzo è stato un atto politico e poetico, un inno alla dignità delle persone e al diritto di vivere in pace.
«Vogliamo la pace» ha gridato, invocando la fine di tutte le guerre, nominando Sudan, Ucraina, Palestina. Con forza ha urlato insieme alla folla «Palestina libera!», rilanciato anche dai «Train to Roots», la band sarda che ha aperto la serata con il loro reggae di impegno e radici, creando un ponte di messaggi e vibrazioni positive.
«Nessuno è clandestino» ha ricordato dal palco, legando questa frase a più di una canzone, ribadendo il suo credo artistico e umano: la musica come casa aperta, luogo di incontro e riconoscimento reciproco.
Il concerto è stato un viaggio senza fretta: oltre due ore di suoni, parole e sorrisi, punteggiate da bis generosi, quasi a voler ritardare il momento dei saluti. Manu Chao ha suonato e cantato come se non volesse lasciare Alghero, come se quella magia dovesse durare per sempre. E il pubblico, sotto il cielo stellato, ha risposto restituendo un’onda di entusiasmo e gratitudine.
Ad Alghero, questa notte, non c’erano confini: c’era solo la forza universale di una canzone che continua a viaggiare nel mondo.
Erika Pirina
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